Per la prima volta, il candidato repubblicano “in pectore” alla Casa Bianca Donald Trump supera, nella media dei sondaggi, la battistrada nella corsa alla nomination democratica Hillary Clinton: secondo RealClearPolitics, il magnate dell’immobiliare è ora davanti all’ex first lady con il 43,4 per cento delle intenzioni di voto contro il 43,2 per cento. Il divario di 0,2 punti percentuali è statisticamente irrilevante, considerato il margine d’errore dei rilevamenti, ma finora solo alcuni singoli sondaggi avevano dato Trump in vantaggio su Hillary.
Il week-end è stato denso di indicazioni elettorali. Per Wp/Abc, i due probabili avversari sono visti sfavorevolmente ciascuno dal 60 per cento dei potenziali elettori, mentre per Wsj/Nbc l’ex first lady batte il magnate di tre punti, ma il senatore Bernie Sanders, che ancora le contesta la nomination, lo batte di ben 15 punti.
In un’intervista alla Nbc, la Clinton è stata molto conciliante con Sanders, riconoscendogli il diritto di continuare la sua corsa, ma insistendo sulla necessità di concentrare l’attenzione su Trump, che “non è un candidato normale” e che “pone pericoli” agli Stati Uniti. In un’intervista alla Cnn, l’ex first lady ha ripetuto che il magnate “non è qualificato” per la Casa Bianca: “Quando si corre per la presidenza degli Stati Uniti, il mondo guarda e ascolta […] Quando di dice che si vogliono bandire tutti i musulmani, si mandano messaggi al mondo musulmano, ai terroristi […] Trump viene usato come un reclutatore che convince persone a unirsi alla causa del terrorismo”.
Considerazioni analoghe sono venute da Jeff Bezos, proprietario di Amazon e del Washington Post, già nel mirino degli attacchi di Trump: “Non si comporta in modo appropriato per un candidato alla presidenza”. Ma nonostante le critiche dei democratici e le riserve all’interno del suo stesso partito, lo showman, che continua a godere di una eccezionale copertura mediatica, continua a conquistare consensi. E attacca il presidente Barack Obama perché “gioca a golf tutto il giorno”, mentre a lui tocca fare la fila negli aeroporti che sono “un totale disastro” dal punto di vista della sicurezza perché manca personale.
Il Nyt scrive che Trump deve raccogliere almeno un miliardo di dollari per la campagna d’autunno dopo le convention di fine luglio e osserva, dopo avere contattato 50 potenziali donatori, che molti manifestano “un senso di disprezzo e di sfiducia verso il candidato” senza precedenti. Una dozzina d’intervistati non intendono né dare né raccogliere soldi per Trump – e uno ha chiaramente detto che voterà Hillary –; solo nove si sono chiaramente pronunciati per il magnate; tutti gli altri non si sono sbilanciati.
Un passo verso Trump lo ha invece fatto il premier britannico David Cameron, che ammette alla Itv di poterlo incontrare, se diventerà il candidato repubblicano, pur confermando di ritenerne “molto pericolosi” i commenti sui musulmani.