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Tutte le nuove isterie dell’ambientalismo anti capitalistico

Domenica Sergio Cofferati era presente (insieme con Elsa Fornero) nel “cucinotto’’ di Lucia Annunziata. Il “Cinese’’ era abbastanza in forma, tanto da svolgere alcune considerazioni di buon senso e condivisibili, quando ha affermato che la pensione dei giovani dipenderà dal lavoro che essi saranno in condizione di svolgere e quando ha sostenuto che non è la flessibilità del deficit l’obiettivo da sostenere con i partner della Ue. Che cosa suggerisce, allora, questo autorevole parlamentare europeo? A suo avviso occorre promuovere una politica di investimenti, la sola che può dare occupazione.

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Investire? Bene. Ma dove? In importanti opere pubbliche? Vogliamo accrescere il numero dei casi NO-TAV e costringere i lavoratori a svolgere la loro attività blindati dalla Polizia? L’Italia è un Paese che si commuove quando una giovane sindaco di S.Lazzaro di Savena (in provincia di Bologna) blocca, con lo slogan NO ALLA COLATA, un importante insediamento abitativo deliberato dalla Giunta e dal Consiglio precedenti (dello stesso colore politico). La Pulzella diventa una specie di eroina: chi si è azzardato a criticarla ha avuto dei guai con la giustizia. Al grido di NO ALLA COLATA, alcuni comunelli dell’hinterland bolognese hanno bloccato un’opera pubblica – il c.d. Passante Nord – in discussione da decenni e già finanziata. In cambio, l’Amministrazione di Palazzo d’Accursio ha deciso di raddoppiare le corsie della Tangenziale: un’opera i cui lavori dureranno almeno dieci anni e che getteranno nel caos non solo il traffico cittadino ma anche quello regionale e nazionale. Nel Bel Paese non si fanno inceneritori né termoconvettori. Si spediscono le immondizie laddove sono capaci di farne un business. Il petrolio fa schifo, tanto che il ritrovamento di uno dei più importanti giacimenti europei nel sottosuolo della Basilicata viene considerato alla stregua di una maledizione celeste. Della chimica di base, tanto cara al Cofferati sindacalista, non rimane quasi più traccia. Il Ponte sullo Stretto di Messina è diventato il nemico pubblico n.1. Le Procure sono in agguato su di ogni appalto. I telefoni cellulari e i loro derivati ci escono persino dalle orecchie, ma guai a collocare un’antenna sopra casa nostra.

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Quando si parlava, mesi or sono, di una sua possibile candidatura a sindaco di Roma, Franco Gabrielli affermò di non essere interessato, perché la sua aspirazione era quella di diventare Capo della Polizia. E’ stato accontentato. Gabrielli è certamente all’altezza dell’incarico. Ma la nuova regola per le nomine nella Pubblica Amministrazione non sarà diventata quella evangelica del “chiedete e vi sarà dato’’?

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Quando ho comunicato che voterò NO nel referendum sulla riforma della Costituzione, due cari amici renziani mi hanno rappresentato quali sarebbero, a loro avviso, le conseguenze di una vittoria dello schieramento contrario. A parte la caduta del governo e la crisi di un intero gruppo dirigente (che – sostengono – non ha alternative) vi sarebbe il rischio di andare ad elezioni anticipate con due differenti modelli elettorali – l’Italicum per la Camera e il Consultellum per il Senato – condannando così il Paese ad avere, nelle due Camere maggioranza diverse e quindi a diventare ingovernabile. E’ certamente una posizione difensiva quella di insistere sui problemi che sarebbero creati da una bocciatura di quella legge, piuttosto che sui vantaggi che deriverebbero da una sua approvazione.

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