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L’Ucraina, l’Italia e la Russia. Parla il viceministro Prystaiko

Il 14 aprile il Parlamento ucraino ha dato il via libera al nuovo governo, con Volodymyr Groysman come primo ministro. Agli Esteri è stato confermato Pavlo Klimkin, in carica dalla rivoluzione Euromaidan. Klimkin giocò un ruolo chiave nella negoziazione dell’accordo tra Bruxelles e Kiev, la cui mancata firma fece esplodere le proteste di piazza del novembre 2013. Insieme a Klimkin, anche Vadim Prystaiko ha mantenuto la carica di viceministro degli Esteri e di capo della struttura diplomatica, dopo essere stato per anni Ambasciatore ucraino in Canada. In una conversazione, Prystaiko fornisce qualche dettaglio sulle relazioni tra Italia e Ucraina alla luce del cambio di governo e della difficile situazione con la Russia.

A dicembre l’Italia, in seno all’Ue, ha impedito il rinnovo automatico delle sanzioni contro la Russia, chiedendo una discussione politica in merito. Questo gesto è stato sicuramente un effetto dell’opinione, in Italia piuttosto diffusa, che il mancato guadagno derivante dal blocco dei flussi commerciali con la Russia sia un fardello ingiustificato in un momento di crisi economica. Che cosa pensa?

Innanzitutto, devo concordare sul fatto che le relazioni commerciali siano importanti, e lo sono nei confronti di tutti, compresa la Russia. Noi per primi vorremmo avere migliori relazioni con la Russia. Sfortunatamente ci fanno la guerra, e non solo sul piano militare, ma anche su quello commerciale. La nostra produzione è completamente esclusa dalle loro importazioni, né ci è permesso esportare sul loro mercato. Anche il nostro export verso il Kazakistan e verso la Cina rimane bloccato, senza poter attraversare il territorio russo. E questo è negativo, tutti quanti sono danneggiati. La Russia era il nostro primo partner commerciale, sia per l’import che per l’export. Quindi, a chi in Italia lamenta i danni alle relazioni commerciali, devo ricordare che siamo noi i primi a soffrire. Quel che ci auguriamo è che la Russia sia ragionevole e si ritiri dai nostri territori, così da riprendere pienamente le relazioni commerciali che intrattenevamo in precedenza. In caso di normalizzazione, anche l’Italia tornerebbe subito ai volumi precedenti di commercio con la Russia. Inoltre, vorrei sottolineare che le relazioni tra Italia e Ucraina parlano da sé: l’Italia è tra i principali investitori esteri in Ucraina, se non al primo posto. Ci sono molte occasioni per l’export italiano, nonché per progetti di collaborazione tra le nostre nazioni. Sicuramente, rafforzare gli scambi bilaterali può ridurre le perdite che derivano a tutti noi dal problema russo.

Pensa che le sanzioni economiche in atto saranno sufficienti a persuadere la Russia a restituire la Crimea? O pensa che sarebbe più efficace una deterrenza più concreta, che magari coinvolga anche la Nato?

Solo alcuni giorni fa parlavo al Consiglio Atlantico, evidenziando questo problema. Comprendo perfettamente lo scetticismo di alcuni membri Nato in merito all’efficacia delle sanzioni economiche. Tuttavia, quando si pensa a ulteriori passi, appare subito chiaro come non sia semplice immaginare un’alternativa che non porti a un’escalation rischiosa. Per questo, è importante sottolineare come il nostro Paese non chieda a nessuno, tantomeno ai membri Nato, tra cui l’Italia, di intraprendere passi ulteriori. Questa linea è coerente con la nostra posizione di nazione pacifica, vittima dell’aggressione di una potenza occupante.

Il nuovo governo Groysman ha istituito una delega all’integrazione europea, conferita a Ivanna Klympush-Tsindadze, già direttrice della Strategia Yalta. È il segno di un impegno pro-Europa che si rafforza?

Avvicinarsi all’Europa rimane senza dubbio una priorità del nuovo governo. L’Unione è un mercato di 508 milioni di abitanti e costituisce il naturale vicinato dell’Ucraina. E voglio sottolineare come, nel costruire una relazione di tipo nuovo, è fondamentale lavorare con l’Italia, in quanto membro fondatore e Paese tradizionalmente europeista, e anche con tutti gli altri Stati membri.



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