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A2a, sicurezza e quartiere cinese. Come si dividono Stefano Parisi e Beppe Sala

Stefano Parisi e Beppe Sala (di nuovo) faccia a faccia. SkyTg24 ha ospitato il primo confronto in vista del ballottaggio del 19 giugno a Milano. Com’è andata? Si sono punzecchiati a vicenda: uno ha spesso tergiversato, l’altro ha mostrato invece un piglio più deciso, entrambi non hanno riconosciuto due famosissimi quadri della Pinacoteca di Brera, entrambi hanno posto l’accento su quelle tematiche che potrebbero giocare un ruolo rilevante nelle alleanze elettorali.

SICUREZZA E LEGALITA’
E’ la sicurezza il tema che mette in luce l’impostazione differente che Parisi e Sala hanno su Milano. “Bisogna lavorare sulle municipalità. Noi vogliamo curare la città senza seminare la paura. Vogliamo portare la speranza”, ha detto l’ex ad di Expo. Il patron di ChiliTv invece ha spiegato: “A Milano dilaga la microcriminalità (7.837 denunce ogni 100 mila abitanti, ndr). Quando subiamo un furto, andiamo a fare denuncia alle autorità solo per l’assicurazione e non perché abbiamo la speranza che le indagini perseguite possano portare a un risultato. Bisogna cambiare il metodo e bisogna presidiare il territorio”. Ad accendere gli animi è la figura del vigile di quartiere.Quando c’era Gabriele Albertini c’erano trenta pattuglie di polizia locale di notte adesso ce ne sono quattro“, ha sottolineato Parisi. A quel punto, Sala non ha resistito e ha replicato: “I vigili di quartiere a Milano ci sono, bisogna solo organizzarli meglio. Basta dire balle, per favore”. Col sorriso a mezza bocca anche Parisi sceglie di replicare: “Beppe, i vigili di quartiere a Milano non ci sono più basta girare per i quartieri, tu forse non lo fai”. Una battuta poi sulla commissione antimafia. Per Parisi: “A Milano non c’è mai stata commistione mafia-politica”. Per Sala: “L’importanza della commissione antimafia è indiscussa, Milano ne ha bisogno”.

MIGRANTI
Il secondo di disaccordo tra Parisi e Sala riguarda gli immigrati. Sui lead alle loro spalle compare una foto della stazione centrale invasa di migranti, la domanda è se nella loro Milano si vedranno ancora queste scene. Sala ha risposto: “Per qualche ora forse sì potremmo ancora rivedere famiglie di siriani ed etiopi fermi in stazione”. Poi ha incalzato: “Abbiamo accolto 17 mila bambini, come si fa a non farlo? Se i migranti arrivano qui è perché ci sono comuni (un terzo circa) che non hanno nemmeno un immigrato assegnato e qui dovrebbe intervenire l’amico di Parisi, Angelino Alfano”. La risposta di Parisi non si fa attendere: “Il mio amico Alfano è membro del governo Renzi con cui Sala va in giro abbracciato. Queste fotografie sono esempio dell’amministrazione di Giuliano Pisapia e dell’assessore Pierfrancesco Majorino di cui Sala sarà un degno erede. Avevo proposto durante la campagna elettorale di sederci a un tavolo col Prefetto per delineare insieme un piano da attuare in questo periodo di trambusto istituzionale. Sala non ha voluto. Con me sindaco la stazione centrale non si trasformerà in un centro d’accoglienza”. Ha concluso: “Sì all’accoglienza ma senza ipocrisia”. A Sala viene allora concesso il diritto di replica: “I candidati sindaco non stanno seduti al tavolo col prefetto. Alfano è a capo del Viminale non del Governo e dovrebbe fare qualcosa”. Anche Parisi ha replicato: “Il Governo è unico e il Presidente del Consiglio l’altro giorno ha detto che l’emergenza profughi non è un emergenza. Credo non sera aggiungere altro”.

VERDE E SVILUPPO
Parisi ha indicato come priorità per Milano lo sviluppo e la sicurezza. “Noi vogliamo una città aperta che: attiri investimenti, non faccia accoglienza ipocrita, sia più sicura e non dimentichi il valore delle periferie”, ha detto ex manager di Fastweb. Il tema dell’ambiente sembra sia tornato a essere molto caro invece per Sala che infatti ha individuato due priorità intorno a cui può ruotare lo sviluppo di Milano: le periferie e il verde appunto. “Abbiamo progetti e risorse per realizzare in cinque anni tanti obiettivi e far sì che le periferie siano perfettamente integrate nella città”, ha spiegato Mister Expo. Non solo, Sala pare abbia sposato in pieno il progetto della riapertura dei Navigli, ha infatti sostenuto: “Entro il 2017 produrremo un piano e chiederemo ai cittadini di decidere con un referendum”. Parisi non ha resistito e ha sussurrato: “Questa è un’idea di Cappato però. Secondo noi al momento Milano non ha bisogno anche di questo cantiere”. E a proposito di Cappato, proprio ieri mattina il leader dei Radicali milanesi ha incontrato Beppe Sala per discutere di una eventuale alleanza. Stamattina è previsto invece un incontro tra Parisi e Cappato e domani invece Sala dovrebbe incontrare Basilio Rizzo. La questione ambientale si conclude con un accenno alla piaga dell’inquinamento. Parisi azzecca i giorni in cui Milano ha sforato il limite massimo consentito di inquinamento atmosferico. “Cento” ha detto il candidato del centrodestra. “No, molti meno” ha aggiunto Sala. I giorni sono 101. “Per migliorare la qualità della vita dei milanesi – ha spiegato in candidato del centrosinistra – vogliamo portare le metropolitane anche verso le periferie e usufruire dei fondi europei per le politiche contro l’inquinamento. Non basta solo il blocco delle auto”. Per Parisi invece: “Il blocco delle auto non serve a nulla. Bisogna incentivare l’utilizzo delle macchine ecologiche e predisporre una serie di strumenti finanziari e fiscali che agevolino il cambiamento delle caldaie”.

LA CHINATOWN DI DOMANI
Scintille tra i due anche quando si è iniziato a parlare di via Paolo Sarpi, il quartiere cinese di Milano. Parisi ha esordito: “E’ una realtà importante di Milano, riqualificata da Letizia Moratti quando Beppe Sala era city manager. Sono favorevole a spostare il commercio all’ingrosso, ma non nell’area dell’ortomercato. Quello è infatti suolo pubblico di proprietà del demanio. Non decide il sindaco, va messo a gara”. Probabilmente irritato dalla menzione del suo ruolo nell’amministrazione Moratti Sala ha subito risposto: “Non è un problema di demanio, i sindaci non possono fare tante cose ma possono avere idee e progetti per far vivere meglio i milanesi. Paolo Sarpi è un modello che non funziona: i cinesi hanno bisogno di lavorare e gli italiani di vivere tranquilli. Bisogna intervenire”.

PARTECIPATE
Nodo cruciale anche in virtù degli schieramenti politici che si stanno delineando in queste ore è la questione delle aziende partecipate. Per Parisi “A2a è una grande holding, sono d’accordo alla cessione di alcune quote ma quando il mercato è favorevole. Non bisogna svendere”. Poi ha aggiunto: “Per la riqualificazione delle case popolari bisogna trovare risorse proprie. E quando si venderanno la quote di A2a si faranno i conti anche con quei soldi“. Su questa domanda Sala fa uno slalom alla Alberto Tomba nei tempi d’oro: “Intanto è bene dire che Milano sta procedendo nella vendita di Serravalle (100 miliardi). Per quanto riguarda Sea, sono convinto che la soluzione sia l’integrazione con la Sacco (società che gestisce l’aeroporto di Bergamo, ndr). E poi la quotazione in borsa della società integrata. Su A2a il pubblico deve tenere un governo d’indirizzo”.

CONFLITTI D’INTERESSE
Entrambi un po’ stizziti di fronte alle domande su eventuali conflitti d’interesse, Sala e Parisi rispondono facendosi baluardi della trasparenza. “Moltissime aziende hanno lavorato con Expo. Non avrò problemi a dire chi finanzia la mia campagna elettorale anche se si tratta di aziende che hanno lavorato con Expo. Vorrei ricordare che ho restituito dei soldi quando mi sono accorto che chi aveva sostenuto la mia campagna aveva fatto lo stesso con Parisi”. Per il candidato del centrodestra il problema potrebbe essere un patto con Berlusconi che avrebbe promesso al patron di ChiliTv di salvare la piattaforma digitale in cambio della sua candidatura. Ha risposto così: “Non c’è niente da salvare, le piattaforme di web tv spendono molti soldi , stiamo crescendo come utenti e va ben così. Purtroppo non c’è stato nessun patto con Berlusconi”.

CON CHI STA IL POPOLO DI COMUNIONE E LIBERAZIONE?
I voti del movimento fondato da don Luigi Giussani dovranno confluiranno? Sala ha sostenuto che “non lo sapremo mai, i ciellini andranno a votare secondo il loro pensiero ed è giusto cosi”. Poi ha aggiunto: “Non sono un uomo di barriere, l’ho sempre detto ma sono convinto che non ci sarà nessuna mobilitazione dentro Cl”. Parisi sembra giocare in casa tra i ciellini e infatti ha sostenuto: “Cl ha una radice importante nella nostra società l’abbiamo accolta sia nelle liste che nei voti. Ne siamo felici”.

BALLOTTAGGIO E POST BALLOTTAGGIO
Siamo giunti alla fine. Né Sala né Parisi scoprono le carte in merito agli apparentamenti elettorali. “Nessun rigorista annuncia prima da che lato tira il rigore” ha scherzato Parisi che ha aggiunto: “I grillini sono liberi di votare dove vogliono”. Quando la palla è passata nelle mani di Sala, la prima cosa fatta è stato ricordare il vantaggio della coalizione di centrosinistra al primo turno (5000 voti in più). Poi ha detto: “Mi rivolgo a tutti coloro che vogliono trovare unione su singoli aspetti dei programmi”. E se non dovessero vincere? Parisi ha ammesso: “Farò il consigliere comunale. Se i partiti del centrodestra vorranno indicarmi anche come leader dell’opposizione vedremo”. Sala ha concluso: “Vincerò. Ma se non dovesse essere siederò in consiglio e sarò il capo dell’opposizione”.


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