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Cosa penso del negazionismo e delle unioni civili

Lavoro cassimatis, GIULIANO CAZZOLA

Mi considero un amico degli ebrei. Credo che non basti esprimere solidarietà nei loro confronti solo per le persecuzioni che hanno subito nel corso dei secoli e per l’abominio della Shoah, ma anche per la strenua lotta che quel popolo conduce in difesa dello Stato d’Israele, i nemici del quale – si parva licet – sono anche miei nemici. Giudico, tuttavia, aberrante e pericolosa la legge che condanna e punisce il c.d. negazionismo. Una verità storica non può essere imposta per via legislativa e con la minaccia di sanzioni penali. E mi stupisce che – diversamente da tanti intellettuali ebrei – la Comunità abbia salutato come una svolta storica la repressione di un reato di opinione. Per quanto siano abominevoli i “negazionisti’’ della Shoah, gli ebrei dovrebbero essere i primi a ricordare l’enorme differenza che intercorre tra legalità e giustizia dal momento che, per duemila anni, hanno sofferto proprio in conseguenza di principi e di leggi che imponevano delle verità ufficiali, per quanto riguardava la “vera’’ religione o la razza “superiore’’.

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Condivido quanto ha affermato, in una intervista, Giancarlo Cerrelli dell’Unione giuristi cattolici: “Il rischio è che anche, eventualmente, la diffusione di idee buone, di idee vere, un domani possa essere punito. C’è una sorta di pedagogia di Stato che ci indica ciò che dobbiamo pensare e ciò che non dobbiamo pensare, perché altrimenti finiamo in carcere. Io ripeto: sono contrario al negazionismo, ma il contrasto non può avvenire con il carcere’’.

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E sono di nuovo d’accordo con Cerrelli quando denuncia la medesima logica sanzionatoria insita nel disegno di legge sulla omofobia, approvata dalla Camera ed ora all’esame del Senato: “Questa legge è pericolosissima anche per il fatto che impone pedagogicamente di pensare alle unioni omosessuali, al matrimonio omosessuale, all’adozione omosessuale in un certo modo, pena il carcere. Io temo molto per la libertà di pensiero’’. In sostanza, io mi ritengo libero di pensare che le persone omosessuali – anch’esse perseguitate per secoli – abbiano il diritto di manifestare liberamente le loro attitudini e di vivere, a testa alta, come ritengono opportuno e giusto. Ma non possono chiedere a me di pensare che il loro sia un rapporto “normale’’, secondo natura. È omofobia, questa?

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A proposito di revisionismo e di negazionismo. Sto leggendo la storia di Mussolini e il Fascismo di Renzo De Felice. Ricordo che, quei volumi, quando furono pubblicati, sollevarono delle critiche per la nuova interpretazione che il grande storico diede del regime fascista e del suo Duce: un’interpretazione che oggi è accettata da tutti. De Felice, senza che da parte sua trapelasse la benché minima condivisione, mise in luce aspetti nella politica di Mussolini e del Fascismo (tra cui la capacità di ottenere un diffuso consenso, dopo aver conquistato il potere con la violenza e la complicità dell’establishment) che, in quel tempo, venivano negati o sottovalutati per mere ragioni ideologiche. Se, allora, la verità ufficiale fosse stata imposta e sanzionata per legge che fine avrebbero fatto gli studi storici?

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Silvio Berlusconi affronta, in queste ore, la prova più difficile della sua vita. A lui non vadano solo l’augurio e la solidarietà, ma anche il riconoscimento di essere stato ferito sul campo di battaglia.

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