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Ecco l’ardua sfida delle vincenti Chiara Appendino e Virginia Raggi

Il partito virtuale, il partito on line, dunque artefatto ed evanescente, come era stato descritto dai più, governerà Roma e Torino con Virginia Raggi e Chiara Appendino.

Sembra di rivivere quel periodo in cui la pubblicistica prevalente, con i medesimi intellettuali editorialeggianti che sono ancora in voga, sghignazzava per quel partito di plastica, alias Forza Italia, che poi ha governato l’Italia.

Per carità, le similitudini sono sempre ardue e a volte errate. Ma chi invocava una “unione sacra” dell’arco costituzionale in chiave anti populista, ovvero anti Movimento 5 stelle, resterà deluso. Forse perché aveva errato l’analisi.

A Roma il centrodestra già con Gianni Alemanno sindaco e il centrosinistra con Ignazio Marino hanno fornito più di un motivo all’elettorato di non dare nuovamente credito al Pd né di dare troppo consenso alla destra di Giorgia Meloni sostenuta da quel campione tv di Matteo Salvini (ma ben poco campione nelle urne) o al centro di Alfio Marchini appoggiato da Silvio Berlusconi.

A Torino, dopo 23 anni di amministrazione di centrosinistra e dopo un primo mandato dell’esponente di lungo corso del Pci-Pdl-Ds-Pd come Piero Fassino, ha vinto la rottamazione. Ovvero la pentastellata Chiara Appendino. Una sorpresa assoluta? Forse. Eppure, chi ha seguito le asciutte eppure approfondite corrispondenze da Torino per Formiche.net di Sabina Prestipino, e ha visto solo qualche minuto di confronto tv fra Appendino e Fassino, non aveva esitato a considerare Appendino in gran spolvero per immagine, efficacia mediatica e un piglio non troppo e non solo barricadero e antagonistico.

È stata più facile l’impresa di Raggi nella capitale. Anche le polemiche degli ultimi giorni sulla consulenza di Raggi con l’Asl di Civitavecchia, enfatizzata da ambienti del Pd, non hanno per nulla intaccato il consenso crescente per la pentastellata. Spiace che i democrat non abbiano evitato di usare in maniera grillesca la vicenda.

Ora, quindi, gli anti sistema a tutti gli effetti diventano sistema: governeranno la capitale d’Italia e Torino. Il tempo degli slogan anti partito e anti casta, e le “onestà'” scandite pure ieri in qualche piazza grillina, ora lasceranno il passa al duro e faticoso e poco gratificante lavoro di amministrare.

La sfida per i due primi cittadini del Movimento 5 stelle sarà ancora più corposa e forse difficoltosa per le aspettative, tanto vaghe quanto palingenetiche, che hanno prodotto e suscitato.



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