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Come cambia la politica con Twitter e Facebook

Emiliano Fittipaldi, Peter Gomez e Gennaro Migliore

“La politica sui social ha poco posto, è residuale e non serve a creare consenso”. A parlare è Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia, ospite dell’evento #socialcom16 che si è svolto alla Camera dei Deputati martedì 31 maggio. Ma quanto contano i click rispetto alla televisione? Come sarà il futuro della comunicazione on line? Quale personaggio bisogna interpretare per essere più efficaci sui social? Rappresentanti delle istituzioni, comunicatori e giornalisti hanno risposto a queste e altre domande nel corso del terzo incontro #socialcom16, quest’anno dal titolo “La comunicazione al tempo dei social”.

SII TE STESSO

“Essere come effettivamente si è rappresenta un punto ineludibile per vincere sui social”, ha affermato Antonio Palmieri, responsabile internet e nuove tecnologie di Forza Italia. Se Migliore ha enfatizzato la necessità di rendere i social più autorevoli, Palmieri invece ha parlato dei nuovi canali di comunicazione come moltiplicatori di responsabilità e, semplificando, li ha paragonati alle quattro operazioni: “I social moltiplicano l’informazione, dividono in fazioni, sottraggono tempo e aggiungono opportunità” e ciò equivale a “più libertà e più responsabilità”. Approfondendo il tema dei costi, Palmieri ha aggiunto che “al basso costo economico dell’on-line equivale l’alto prezzo del tempo rubato dai social” anche se questi “non sono altro che mezzi per fare diversamente le cose che si sono sempre fatte”.

I SOCIAL PER SOPRAVVIVERE

“I social, ormai, aiutano la versione cartacea dei giornali on-line a sopravvivere – ha affermato Alessandra Ravetta, direttore di Prima Comunicazione basti pensare che il 67% del traffico mobile passa da Fb”. E il direttore del Fattoquotidiano.it, Peter Gomez, che agganciandosi a Ravetta ha detto: “Il giornale che dirigo è stato per lungo tempo il quotidiano più letto tra quelli on-line: siamo stati i primi ad avere un Social media manager. Con l’on-line – ha continuato Gomez – si riesce ad adempiere a due doveri fondamentali: raggiungere più persone e pagare lo stipendio ai dipendenti. Io ho copiato il format dall’Huffington Post America e Repubblica e il Corriere sono arrivati dopo per la parte dei social”. Rimanendo in argomento sopravvivenza Emiliano Fittipaldi, giornalista dell’Espresso, ha rimarcato la necessità dell’on-line anche perché “gli under 30 non compreranno più giornali”.

TV>SOCIAL 

“Chi pensa che la rete o i social possano sostituire la tv – ha detto Gomez – si illude. I pezzi più letti rimangono quelli di argomenti già rimbalzati in tv. Un’altra gerarchia è quella della rete nella quale i politici sono molto in basso” perché “i social non ti permettono di mentire, c’è sempre qualcuno che ti becca”.


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