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Elezioni Napoli, parliamo anche dei derivati del Comune?

Nel desolante panorama di vuoto programmatico delle elezioni amministrative partenopee del prossimo 5 giugno, voglio portare all’attenzione dei lettori di Formiche.net un argomento scottante che è stato completamente e volutamente ignorato nel dibattito elettorale, che non potrà essere ignorato dai cittadini, chiamati, infine, a pagare il conto.

In questi ultimi giorni di campagna elettorale i candidati sindaco parlano di lavoro, infrastrutture, finanziamenti e rilancio. Peccato che gran parte di queste competenze siano nazionali e/o regionali e non comunali. Saranno forse le solite promesse elettorali vane? La giunta uscente del Comune non ha approvato il bilancio 2015 poiché le elezioni a giugno le permettono di approvarlo, ma questo non fa ben sperare per i cittadini che tra qualche settimana nella calura estiva, si troveranno un buco, un ammanco, un nuovo deficit da tappare. Veniamo alle cifre che fanno presagire la sciagura.

Dall’esercizio 2012 i Comuni sono obbligati a descrivere in bilancio tutte le passività in essere, compresi gli strumenti di gestione del debito, come i contratti derivati OTC. Nel 2012 il Comune di Napoli ha in essere oltre un miliardo e mezzo di debito, sceso di circa 100 milioni nel 2014. La stessa amministrazione ha in essere circa 600milioni di euro di derivati OTC scritti su questo debito e paga interessi passivi che vanno dai 23 ai 16 milioni di euro annui (2012-2014). I contratti derivati sottoscritti dal Comune producono anche interessi attivi, incassati dal Comune, per circa 10milioni di euro annui.

La gestione dei rischi finanziari di un Comune sovra-indebitato come Napoli dovrebbe occupare uno spazio di tutto rilievo nella campagna elettorale; invece NIENTE. La spiegazione di questa ignoranza sta nell’italico esercizio dello scaricabarile, che permette al politico di turno di scaricare (indietro) la responsabilità politica della malagestio, senza assumersi mai alcuna responsabilità finanziaria.

Gli elettori napoletani dovrebbero chiedere a gran voce ai candidati sindaco di spiegare che pensano di fare per questi 600 milioni di euro di derivati OTC. Chiuderli? Ristrutturarli? Citare in giudizio le banche? Aspettare un miracolo di San Gennaro?


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