Il sistema a sostegno dell’internazionalizzazione dell’imprenditoria italiana nel mondo è in una fase di vero e proprio stallo. Già da più di un anno il Governo Renzi, aveva annunciato di aver messo in cantiere la costituzione della cosidetta EXIM Bank alla quale sarebbe stato affidato in compito di gestire in modo coordinato le attività a sostegno dell’export/import Italiano nel mondo.
Ebbene ad oggi tutto questo è ancora lettera morta. Ciò che però preoccupa ancora di più gli operatori e il sistema imprenditoriale italiano che si rivolgono verso l’estero è la contemporanea involuzione di ciò che fino ad ora ha rappresentato il sistema a sostegno dell’iniziative imprenditoriali all’estero.
L’ICE, che sembrava destinato qualche anno fa ad un forte ridimensionamento o addirittura alla soppressione, dopo il revirement voluto dall’allora Ministro Corrado Passera (durante il governo Monti), e dopo tre anni di gestione del suo “fedele” Riccardo Monti, è ora passato nelle mani del nuovo Presidente Michele Scannavini, uomo vicino al Ministro Carlo Calenda (numero uno del MISE), che dovrà cercare di dare finalmente una nuova identità alla Agenzia della Internalizzazione, magari mirando più alla sostanza e meno ai giochi di Palazzo.
Sul fronte operativo un’altra società che stenta fortemente a ritrovare lo smalto che ha contraddistinto l’operatività degli anni passati è la SIMEST. Anche in questo caso il tandem Mario Monti e Corrado Passera con una operazione apparentemente senza logica strategica aveva deciso di trasferire la titolarità delle azioni, e il controllo, dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Ciò ha contribuito, secondo diversi addetti ai lavori, ad avviare un’involuzione della società sotto il profilo della progettualità in ambito internazionale. Infatti, fino a prova contraria, per la Cassa Depositi e Prestiti l’attività di sostegno all’internazionalizzazione non rappresenta uno dei primissimi obiettivi da perseguire. Probabilmente nella scala delle priorità di Cassa Depositi e Prestiti viene prima l’attività istituzionale, la gestione delle partecipazioni strategiche (Eni, Terna, Snam, Fincantieri), la gestione del Fondo Strategico Italiano, quella del Fondo Italiano di Investimento. In un parterre di cotanta rilevanza è palese come la gestione di una media società di partecipazioni e di supporto all’internazionalizzazione passi in secondo, forse anche terzo, ordine. Accade cosi che ad oggi, per l’esercizio 2016 di fronte ad un budget di acquisizione di partecipazioni in società italiane all’estero per 105 milioni di euro, il dato consuntivo a maggio 2016 sia appena di 13 milioni di euro di partecipazioni acquisite. Tra l’altro, a quanto risulta da fonti ben informate, tra le operazioni acquisite a fine 2015 si segnala l’operazione conclusa con il gruppo Almaviva in Brasile.
Alla guida della Simest è stato nominato dai nuovi vertici di Cassa Depositi e Prestiti, Andrea Novelli, ex CFO ed ex Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti, che probabilmente non “gradisce” (alla luce dei suddetti risultati) un ruolo tecnico, non proprio in linea con le sue capacità (piuttosto) di esperto in gestione amministrativa.
L’altro fronte preposto alla gestione della internazionalizzazione è la SACE dove la scorsa settimana è stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione alla cui presidenza è stato indicato Beniamino Quintieri, certamente non un nome nuovo (di recente si è interessato al dossier economico di Roma2024 a supporto di Luca Cordero di Montezemolo).
Insieme a lui, Palazzo Chigi ha indicato come Amministratore Delegato Alessandro Decio. Vedremo se il nuovo CEO, saprà far dimenticare l’AD uscente Alessandro Castellano. Ricordiamo che anche SACE fu “trasportata” nella medesima operazione della Simest, sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti per la quale, nonostante un fatturato sicuramente più importante, valgono le medesime considerazioni già fatte nel caso della Simest.
La SACE dovrebbe essere il perno principale, oltre alla “sorella” più piccola Simest, intorno al quale assemblare il progetto della EXIM Bank, che in modo coordinato e coerente dovrebbe offrire il sostegno alle imprese italiane nel mondo e contestualmente svolgere anche attività di attrazione degli investimenti esteri in Italia resta un miraggio. Ad oggi nulla di tutto ciò.
Ne abbiamo parlato anche con il Maurizio Di Marcotullio (nella foto)
, componente della commissione internazionalizzazione dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma esperto di processi di internazionalizzazione, secondo il quale la creazione della EXIM Bank è un’opportunità irrinunciabile che andrebbe perseguita con assoluta priorità e che porterebbe indubbi effetti benefici in termini di PIL.
“A mio avviso andrebbe creato un nuovo soggetto, mettendo a fattor comune le eccellenze come SACE e Simest, che, negli anni passati, hanno prodotto risultati buoni”. – “Probabilmente, il tutto andrebbe organizzato fuori dal perimetro della Cassa Depositi e Prestiti alla quale non può chiedersi di occuparsi a 360° di tutte le attività strategiche del Paese. L’internazionalizzazione va gestita con priorità e con professionalità adatte. L’auspicio per il bene del sistema imprenditoriale italiano nel mondo che il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico (che riassume anche il Commercio Estero) Carlo Calenda (anch’egli ex montiano, nda) possa metterci mano al più presto anche perché su questo argomento Lui è assolutamente preparato e competente.”