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Cosa chiedono i metalmeccanici per il rinnovo del contratto

Andiamo avanti con la mobilitazione dei lavoratori affinché gli imprenditori metalmeccanici modifichino la proposta contrattuale che ci hanno presentato, impossibile da accettare. Venerdì prossimo sarò seduto nella platea del Teatro Grande di Brescia dove Federmeccanica terrà l’annuale Assemblea generale e spero che da quell’assise giungano buone nuove. Nel senso che la nostra controparte riveda la propria piattaforma contrattuale finora conosciuta. Il tema dell’Assemblea è quello del “Rinnovamento” con uno specifico riferimento all’Impresa come bene comune e alla centralità della persona.

Il Presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, interverrà nel primo pomeriggio; quello di Confindustria, Vincenzo Boccia, poco più tardi. Ma i sindacati metalmeccanici nella mattinata di venerdì stesso terranno in piazza a Brescia una grande manifestazione pubblica con gli interventi dal palco di Maurizio Landini, Marco Bentivogli e del sottoscritto. Faremo sentire a testa alta e schiena dritta quel che pensa il più importante settore dell’industria, che attende un vero negoziato ed un epilogo positivo al rinnovo contrattuale per più di un milione e seicentomila addetti.

E’ bene sgombrare subito il campo da equivoci: ai sindacati metalmeccanici sta bene il termine “Rinnovamento” proposto ripetutamente dal vertice degli imprenditori del settore specifico, come ci sta altrettanto bene lo scambio salari-produttività anticipato, al momento del suo insediamento dal leader degli industriali. A livello di enunciazione entrambi i principi sono condivisibili. Quello che non va è che nella pratica da Federmeccanica ed Assistal non si attuerebbe alcun rinnovamento contrattuale e che gli aumenti retributivi non andrebbero a tutti i metalmeccanici che ne avrebbero diritto. Da qui la nostra reazione che prosegue con iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione utili a non far andare in ferie la vertenza dei metalmeccanici. Abbiamo proclamate altre quattro ore di sciopero, rispetto alle sedici già tenute finora, da realizzarsi a livello territoriale e deciso il blocco degli straordinari e delle flessibilità in tutte le aziende metalmeccaniche. Si tratta di misure, soprattutto le seconde, assai dure che  colpiscono le aziende che hanno commesse da rispettare.

E’ doloroso, ma la contrapposizione, che è seguita ad un dialogo fine a sé stesso con la controparte, richiede questo tipo di scelte, in una logica di confronto giunta ad un vero e proprio braccio di ferro. Ma faremo anche di più. Invieremo, infatti, una lettera a tutte le forze politiche e alle istituzioni per illustrare le ragioni  dei metalmeccanici; determineremo  incontri con tutte le forze politiche e con le istituzioni a livello nazionale e locale; svilupperemo  iniziative e incontri informativi rivolte alla stampa e ai media, anche a livello locale. Abbiamo previsto riunioni delle segreterie unitarie Fim-Fiom-Uilm locali per la programmazione e la gestione delle iniziative a livello territoriale. Federmeccanica ed Assistal sono ferme, in concreto, alla proposta avanzata il 22 dicembre del 2015. Ma è bene considerare che quella piattaforma è stata concepita ancora prima, nell’Assemblea generale degli imprenditori metalmeccanici di due anni fa, un’assise tenuta a Bari. Dalla controparte ci dividono questioni di merito, ma soprattutto il divario si basa sulla questione del modello contrattuale. Proprio non è accettabile la proposta formulata da Federmeccanica e Assistal sul salario, perché non riconosce al 95% dei lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il Contratto nazionale.

Crediamo fermamente nel Contratto nazionale quale strumento per garantire il potere d’acquisto del salario per tutte le persone che lavorano nelle imprese metalmeccaniche.Tutto questo, però, va determinato insieme a una qualificazione e a un’estensione della contrattazione di secondo livello (aziendale e territoriale) che, quindi, confermano la struttura contrattuale su due livelli. Il salario minimo di garanzia, così com’è strutturato secondo lo schema di Federmeccanica-Assistal garantisce più le imprese che i lavoratori. In realtà non si vuole garantire un salario minimo, assicurato dal livello nazionale ed incrementabile con ulteriori aumenti da concordarsi al secondo livello. Gli imprenditori metalmeccanici vogliono stabilire un salario minimo per i vari livelli di inquadramento professionale su cui innestare, ogni anno, i potenziali aumenti determinati dall’indice Ipca, rispetto all’andamento dell’inflazione dell’anno precedente. I vari livelli di salario minimo andrebbero poi comparati con i salari reali di ogni singolo lavoratore.

Si tratta di salari che potrebbero rivelarsi superiori ai minimi contrattuali in essere a tutto il 31 dicembre 2015 a causa di vari motivi, ovvero perché ai minimi contrattuali si possono essere aggiunti nel tempo aumenti derivanti da superminimi individuali e collettivi, premi di produzione, importi retributivi fissi  e scatti di anzianità. Insomma, gli eventuali aumenti del salario nominale derivanti dall’andamento dell’indice Ipca andrebbero nelle tasche di quei lavoratori i cui salari di fatto risultassero inferiori ai nuovi minimi. A Brescia, per la nostra manifestazione mattutina, utilizzeremo le quattro ore di sciopero previste in ambito regionale. Finora, come già detto, ne abbiamo proclamate venti, a partire dalle prime mobilitazioni iniziate dal 20 aprile. Occorre, però ricordare che negli ultimi sei anni abbiamo rinnovato due contratti nazionali senza un’ora di sciopero perché con la controparte si discuteva senza strappi.

Oggi scioperiamo non solo per rinnovare il contratto, ma per il bene del Paese: rinnovare il contratto significa tutelare le regole che stanno alla base del Ccnl strutturato sui due livelli di contrattazione ed anche chiedere un aumento retributivo che copra il potere d’acquisto per tutto il popolo dei metalmeccanici. Si  tratta di una buona ragione per una giusta battaglia. Dall’esito di questa nuova mobilitazione si capirà ancor meglio da che parte penderà la bilancia nel confronto tra noi, Federmeccanica ed Assistal. E l’esito sarà verificabile proprio nelle parole che il presidente Fabio Storchi rivolgerà all’Assemblea di Federmeccanica a Brescia. Noi siamo certi che il decentramento contrattuale ideato dalla controparte non riesca a far recuperare al 95% dei lavoratori metalmeccanici l’inflazione finora registrata. Il primo livello contrattuale deve consentire un aumento effettivo dei salari dei lavoratori a cui spetta. Ora attendiamo di ascoltare un’idea da Storchi che tenga conto di questo gap da colmare. Domani mattina, in ogni caso, si riuniranno di nuovo le segreterie unitarie di Fim, Fiom e Uilm presso la sede nazionale di Roma: faremo ancora una volta il punto sulla vertenza contrattuale, perché il nostro pressing su Federmeccanica ed Assistal continuerà ad oltranza.


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