Se vi fosse un tempio personale della memoria, ciascuno ci inciderebbe i fatti, gli eventi e le circostanze che hanno dato significato e senso alla propria vita, come uno specchio in cui vedere e vedersi secondo le proprie capacità di giudizio e di matura riflessione.
Ogni evento sociale, istituzionale, economico o politico, che abbia dispiegato i suoi effetti duraturi sulla evoluzione della persona, ogni coinvolgimento affettivo di cui si avverte acuta nostalgia, ogni disegno compiuto o procrastinato del nostro “tempo individuale”, di cui si conserva traccia o profondo ricordo, se ci fosse un tempio della memoria, vi si troverebbe perennemente scolpito senza possibilità di archiviazione.
Tutti sappiamo che la memoria storica ha diverse connotazioni: c’è la “memoria individuale” che si conclude con il volgere dei pochi anni della nostra vita; c’è la “memoria universale” dei secoli e dei millenni che nel suo inesorabile scorrere, ignora la storia personale degli uomini, le loro ansie, i loro propositi e le loro aspettative; c’è infine la “memoria sociale” quale ponte tra l’una e l’altra memoria, che è il tempo delle opere, del pensiero, delle idee, delle scoperte e realizzazioni umane che, piccole o grandi che siano, sono testimonianze del contributo dei singoli alla costruzione della “memoria universale” e quindi della storia.
È l’intrecciarsi di queste memorie che da senso e valore alla vita dell’uomo che, altrimenti, scorrerebbe insignificante ad inutile tra le sue mani.
In un tempo storico in cui la “memoria sociale” rischia di essere oscurata dall’imperversare di un modernismo che trascura il passato per esaltare le piccole vicende di cronaca quotidiana, lasciare “memoria” alle generazioni future, senza intenti volutamente didattici ma con l’esempio di una vita testimoniata con il sacrifico e sostenuta dalla forza delle proprie idee, è stato il senso dell’esistenza di Michele Stacca.
Da qui la necessità di manifestare l’apprezzamento, l’affetto attraverso il ricordo di Michele il giorno della sua scomparsa.
Michele Stacca è stato una personalità della realtà bancaria ed economica italiana. Egli ha dedicato il suo tempo e tutte le sue energie all’attività bancaria rivestendo per molti anni la carica di Amministratore Delegato dell’Istituto Centrale fra le Banche Popolari e più recentemente di Presidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
La morte di Michele Stacca ha significato per me (oltre che per tutta la categoria), anzitutto, la perdita di un amico, con cui ho avuto occasione di condividere momenti di riflessione e di scambio di idee. Era infatti un uomo che univa ad una profonda sensibilità una intelligenza vivace e una indiscussa professionalità sul lavoro. Di lui ricordo l’acutezza di analisi e la comprensione dei problemi, unite ad una grande lucidità di azione. In particolare, colpiva la sua capacità di cogliere appieno le grandi trasformazioni in atto nella vita sociale ed economica del nostro Paese. Così grazie all’esperienza acquisita in anni di dedizione e di costante e appassionato lavoro, egli aveva compreso la necessità, in una economia via via divenuta globale, di un forte processo di crescita anche formativa e culturale delle Banche Popolari che consentisse di aumentarne la competitività sul mercato.
In queste brevi righe è riassunto lo spirito che ha animato la vita di Michele Stacca, l’impegno di un uomo intelligente, vivace e volitivo, che ha fatto dei valori morali ed etici trasfusi nel lavoro di ogni giorno i capisaldi del suo agire.