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Vi racconto i diversi stili di Appendino, Raggi e De Magistris

Le vincenti 5 Stelle mi hanno sorpreso: perfetti commenti anglosassoni, tesi a rassicurare. Entrambe hanno fatto appelli ad abbassare i toni polemici; nessuna polemica col governo (ci dovranno collaborare); riconoscimento agli sconfitti; dichiarazioni bipartisan: “Sarà il sindaco di tutti”.

De Magistris, invece, no. Brilla per infantilismo. Lo ha votato un napoletano su 8 ma lui si atteggia e neanche accenna al disimpegno imbarazzante degli elettori. E poi giù filippiche contro il governo e il premier. Fino all’imbarazzante ossimoro usato da DeMa per autodescriversi: “Opposizione governante”. Sic.

Da napoletano mi sono raggelato. E’ un termine da anni 50. Tipico di una cultura estremista e dispotica. Che intende il governo come un’incombenza marginale, un fastidio obbligato rispetto al vero compito: l’opposizione. E’ allarmante. Napoli così diventa un’anomalia. Invece avrebbe bisogno, per i suoi problemi, di stare al centro.


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