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Vi racconto l’Enasarco che verrà. Parla il neopresidente Costa

Trasparenza, responsabilità e massima sintonia con gli agenti. Una missione ambiziosa per Gianroberto Costa, 64 anni, proveniente dalle fila della Confcommercio, da pochi giorni neopresidente di Enasarco, dopo le storiche elezioni di aprile (le prime dal 1938) che hanno portato l’ente degli agenti di commercio (7 miliardi di patrimonio per oltre 230 mila iscritti) al cambio della governance dopo il regno ultradecennale di Brunetto Boco. Costa, il cui listone Insieme per Enasarco si è imposto alle consultazioni di due mesi fa, è alla sua prima uscita pubblica e ha accettato di parlare delle linee guida del sua mandato con Formiche.net.

UN CAMBIAMENTO EPOCALE

“Enasarco sta vivendo un cambiamento epocale, perché per la prima volta c’è un board espressione di un vastissimo elettorato”, premette Costa. “Ho l’impressione che il board e i suoi consiglieri abbiano colto in pieno questo passaggio. Il clima all’interno del consiglio di amministrazione mi sembra molto positivo, anzi, decisamente costruttivo”. Dunque, per il presidente di Enasarco, la seconda vita dell’ente inizia sotto i migliori auspici. “Oggi ci sarà una nuova riunione del board, ci siamo dati degli obiettivi concreti, su cui mi pare ci sia una grande consapevolezza”.

QUEI (TANTI) OCCHI ADDOSSO

Costa è consapevole della delicatezza della sua missione. Enasarco infatti si lascia dietro non pochi scandali, che nel tempo hanno attirato le attenzioni degli organi di vigilanza preposti. “Certo, lo sappiamo benissimo che tanti occhi ci guardano. Ma proprio per questo i consiglieri sono consapevoli della grande responsabilità che hanno. In primis nei confronti dell’assemblea, che verifica costantemente l’operato degli amministratori. Il quale deve naturalmente conformarsi al cambiamento che abbiamo intrapreso con le elezioni appena concluse e comportarsi in coerenza con tale cambiamento”. E comunque, precisa Costa, “il nostro rispetto per le istituzioni, come la Corte dei conti, è massimo”.

BOCO IN CDA? E’ LA DEMOCRAZIA

Un capitolo a parte merita poi la questione relativa alla presenza in cda di Brunetto Boco, al timone dell’ente per oltre dieci anni, e che qualcuno ha interpretato come un segno di continuità col passato. Costa getta subito acqua sul fuoco, bollando la presenza di Boco nel board come un semplice esercizio di democrazia. “Boco si è candidato ed è stato eletto e noi ci atteniamo alla volontà dell’elettorato, non c’è assolutamente nessun problema di conflitto di interesse, è semplice democrazia”, stigmatizza Costa. “Ora dobbiamo concentrarci sulle priorità dell’ente, lavorando con fantasia, creatività e spirito istituzionale. Siamo ancora un cantiere aperto”.


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