“Appenderemo il bucato alla Linea Sigfrido’’: così cantavano le truppe alleate nella Seconda guerra mondiale. A Torino – approfittando della radice del verbo, in comune con il cognome di Chiara Appendino – i ‘’grillini’’, in vista del ballottaggio del 19 giugno, potrebbero intonare: “Appenderemo il bucato alla Linea Fassino’’.
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Matteo Renzi ha ammesso che il risultato del primo turno elettorale non è stato soddisfacente per il Pd. Ma tutto non è ancora perduto. Se all’esito negativo di Napoli dovessero aggiungersi la prevedibile sconfitta di Roma, ma la vittoria a Torino, Milano e Bologna (con inclusa Ravenna), la situazione del Governo e del Pd non sarebbe certo brillante, ma in qualche modo sostenibile. Se a Torino o a Milano il Pd dovesse perdere, la cosa cambierebbe di segno. Se poi dovesse essere sconfitto in ambedue le città in competizione contro differenti avversari, allora Renzi dovrebbe ricordarsi della débacle di Silvio Berlusconi nelle elezioni amministrative del 2011 e di quanto capitò al (ancora) Cav nell’autunno di quello stesso anno.
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Gli osservatori sono sempre più concordi nel ritenere che l’Italicum sembra una legge elettorale pensata e scritta per consegnare tutto il potere al M5S. Eppure Renzi continua a confermare che il meccanismo non cambierà e che il premio di maggioranza sarà appannaggio della lista vincitrice in prima battuta o nel ballottaggio. Continuiamo pure a farci del male.
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E’ tornato il cane Argo? O dobbiamo constatare, purtroppo, che “passata la festa, gabbato lu cane…’’?
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Se il 19 giugno, come è probabile, sarà sconfitto, Roberto Giachetti ha solo un modo per rifarsi. Sfidare Virginia Raggi nella Maratona di New York il prossimo 6 novembre.
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Il 14 giugno Tommaso Nannicini e Giuliano Poletti incontreranno i sindacati promettendo loro “ricchi premi e cotillons’’ in tema di previdenza e di lavoro. Del resto, che altro fare se il 19 si rivota?
