Skip to main content

Turchia, cosa è successo nella base aerea Nato di Incirlik

“Il ministro della Giustizia turco ha confermato che circa sei mila persone – inclusi generali e comandanti di una base militare aerea utilizzata dagli Stati Uniti per colpire i miliziano dello Stato islamico – sono detenute dalle prime ore di domenica mattina”, informa l’agenzia di Stampa Reuters.

Ultimo sostenitore di una Turchia laica e riformista, deciso a invertire la tendenza intrapresa dall’Akp dell’onnipotente e onnipresente Recep Tayyip Erdogan, l’esercito turco sta vivendo un momento critico, a causa del fallito colpo di Stato, tentato nella notte del 15 luglio.

Concepito per porre fine allo strapotere di Erdogan, e con esso alla violazione delle libertà fondamentali, la mancata riuscita del golpe non ha fatto altro che fornire al Presidente turco una giustificazione per eliminare figure da tempo scomode alla leadership di governo e, così, procedere a passo spedito verso quella che sembra essere la restaurazione del sultanato ottomano, abolito da Mustafa Kemal, meglio conosciuto come Ataturk, nel 1922.

TUTTI I NUMERI DEL GOLPE

“L’arresto di centinaia di ufficiali dell’esercito, soldati e altri uomini sospettati di essere in qualche modo legati al fallito colpo di stato ha inaugurato, in Turchia, una campagna repressiva messa in atto dalle autorità contro i cospiratori”, scrive il Washington Post.

Secondo il primo ministro Binali Yildrim “al momento sono detenute 7543 persone, di cui 6083 soldati”, riporta l’agenzia di stampa Reuters. Il premier turco ha anche reso noto che, negli scontri che si sono susseguiti durante la lunga notte turca, “232 persone, di cui 208 tra civili, poliziotti e soldati fedeli al governo, e 24 golpisti sono stati uccisi”, prosegue l’agenzia di stampa.

IL CASO DEL GENERALE BEKIR ERCAN VAN

“Tra coloro i quali sono stati arrestati c’è anche il comandante della base aerea di Incirlik, che è utilizzata dalle forze Usa per sferrare attacchi contro i miliziani dello Stato islamico in Iraq e Siria”, scrive il Washington Post, citando una fonte ufficiale turca che ha preferito preservare l’anonimità.

“Il Generale Bekir Ercan Van è detenuto, insieme ad altri dieci uomini, da domenica. La base è il più grande sito della Nato a ospitare forze militari Usa che controllano scorte di ordigni nucleari”, prosegue il quotidiano.

Il consolato statunitense di Adana, città turca del Sud, ha fatto sapere che sabato le autorità locali avevano sospeso le attività a Incirlik e bloccato ogni movimento da e per la base. La Turchia aveva anche chiuso il proprio spazio aereo ai mezzi militari. Il giorno successivo, domenica, il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha reso noto che la Turchia aveva riaperto lo spazio aereo e, contestualmente, ripreso le operazioni contro lo Stato islamico.

Il Generale Bekir Ercan Van, comandate della base di Incirlik, è stato arrestato con l’accusa di coinvolgimento nel tentato colpo di stato. “Stando a quanto si dice, gli Stati Uniti si sono rifiutati di dare asilo al Generale”, riporta il New York Time, citando una persona vicina ai fatti.

ALCUNI NOTI GOLPISTI

Oltre al generale Ercan Van, il cui nome ha fatto scalpore per via dell’incarico ricoperto, in un contesto che trascende i confini turchi, anche altri volti noti dell’esercito sono stati arrestati. Il Generale Akin Ozturk, ex comandante dell’aviazione turca e attache militare in Israele, oggi membro del Consiglio militare supremo turco. I Generali Adem Huduti, comandante del reparto dell’esercito turco impegnato lungo il confine con l’Iraq, la Siria e l’Iran, e Erdal Özturk, del terzo corpo di armata di Istanbul, altro contingente Nato. E ancora, l’Ammiraglio Hakan Ustem, rimosso dall’incarico, ma il cui arresto non è ancora stato confermato, né smentito.

“Quello a cui stiamo assistendo mostra una seria fratture all’interno dell’esercito turco”, ha affermato Soner Cagaptay, direttore del centro di ricerche sulla Turchia presso il Washington Institute for Near East Policy.

LA RICOSTRUZIONE E LE VERSIONI

Scrive Gianluca Di Feo su Repubblica: “Tra una miriade di voci difficilmente dimostrabili, gli apparati del presidente sembrano avere in mano un solo punto forte contro gli americani: il decollo di almeno un aereo cisterna dalla pista di Incirlik. È il velivolo che ha rifornito di carburante gli F-16 golpisti impegnati nel bombardamento dei palazzi del potere e probabilmente nel tentativo di eliminare lo stesso Erdogan nella sua residenza estiva”. Ma a Incirlik ci sono velivoli rifornitori americani e turchi, dell’identico modello KC-135 Stratotanker, aggiunge il quotidiano, e tutti dipendono dall’ufficiale anatolico che guida il Decimo Tanker Group, il generale Bekir Ercan Van, arrestato domenica insieme ad altri undici militari.” Il Pentagono ha subito fatto sapere che la cisterna incriminata è partita dalla zona turca dell’aeroporto: come a Sigonella, una parte della pista è sotto controllo americano e il resto in mano alle autorità locali. La situazione di Incirlik però è più confusa perché i reparti statunitensi sono integrati nel comando turco: lavorano sempre fianco a fianco”.

LA BASE DI INCIRLIK

Costruita da ingegneri a stelle e strisce, a circa 400 km a sud-est di Ankara, la base militare di Incirlik ha visto la luce nella primavera del 1951. Concepita inizialmente come un’area presso cui i bombardieri avrebbero potuto fare scalo, e messa a disposizione dell’aviazione sia turca che americana, in virtù di un accordo bilaterale firmato tra le parti nel 1954, l’anno successivo la base prese il nome di Base aerea di Adana, per poi essere rinominata Base aerea di Incirlik, solo nel 1958. Durante gli anni ’60, la base ha ospitato le esercitazioni di alcuni squadroni dell’Usafe, il comando militare della United States Air Force in Europa, e mantenuto un’importanza strategica per la Nato.

Durante la seconda metà degli anni ’70, il governo turco annunciò la chiusura di tutte le basi americani in Turchia, per via dell’embargo imposto da Washington nei confronti di Ankara, dopo che questa aveva utilizzato equipaggiamento bellico americane durante il conflitto con Cipro. Soltanto le basi di Incirlik e Izmir furono immuni alla decisione, per via della loro rilevanza in ambito transatlantico. Abolito l’embargo nel 1978, e firmato un accordo per la cooperazione economica e militare nel 1980, i rapporti tra Stati Uniti e Turchia ripresero a pieno ritmo.

Rivelatasi un punto di riferimento importante durante la Guerra fredda prima, e la prima guerra del Golfo poi, la base aerea di Incirlik è sempre stata il fulcro delle attività svolte dagli Stati Uniti in supporto della Turchia, soprattutto in caso di disastri ed emergenze umanitarie. Si pensi al terremoto del 1976 o a quello del 1999.

In seguito ai fatti dell’undici settembre, e della campagna militare intrapresa in Afghanistan dagli Stati Uniti di George W. Bush, Incirlik è stato un punto di snodo per le operazioni umanitarie, così come un passaggio obbligatorio per il rifornimento dell’aviazione americana. Sfruttata anche nel corso della guerra in Iraq, nel 2006 la base è stata utilizzata, ancora una volta, come cuore di ponte aereo messo in piedi per fornire soccorso alla popolazione pakistana colpita da un forte terremoto. L’anno successivo, invece, Incirlik è stata la via di fuga per 1700 cittadini americani che cercavano riparo dal conflitto impazzato tra Libano e Israele.


×

Iscriviti alla newsletter