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Come uscire dal caos fra Italicum e referendum?

mattarella

I risultati elettorali delle amministrative di giugno, la vittoria nel Regno Unito della Brexit, il panico che si sta diffondendo per il disastro del Monte dei Paschi di Siena e di altre banche italiane, idealmente vicine al governo, stanno determinando una situazione di grave difficoltà nel nostro Paese. Le recenti stime negative del Fmi sulla crescita sono sintomatiche di una crisi di sfiducia profonda e irreversibile, se continua a regnare questo stato di cose. Si potrebbe dire con linguaggio comune: la paura regna sovrana. La lettura dei quotidiani conferma il clima di generale confusione che sta montando intorno ai pasticciati percorsi del governo e del suo capo. Partirono lancia in resta, dopo aver ottenuto il 41 per cento alle elezioni europee del 2014, immaginando di avere sempre nella propria disponibilità quei voti e campare di rendita. Presentare qualche legge manifesto, per illuminare gli occhi di qualche gruppo di potere amico e per far scrivere ai giornali sarebbe bastato, una strada possibile.
Le riforme approvate erano finalizzate a consacrare Renzi nuovo deus ex machina d’Italia. Oggi, invece, si ritrova con il M5S, movimento politico maggioritario, che interrompe bruscamente i sogni di gloria del baldanzoso rottamatore e del Pd. Il ventilato spacchettamento del referendum costituzionale, ipotizzato da qualche giurista compiacente, annunciato da esponenti politici e ripreso da alcuni media sta creando forte disorientamento alla già caotica situazione. Meno male che Renzi ha voluto assicurare tutti che non ci sarà spacchettamento. Infatti, coerenza e serietà vogliono che il referendum si svolga secondo le regole fissate. Una sorprendente iniziativa bislacca appariva quella di cambiare le norme in corso d’opera. La stessa ridicola mazurka si sta ballando intorno alle modifiche della legge elettorale. I rapporti di forza tendono ormai a cambiare totalmente il quadro politico, tanto che il Pd, visto il responso di giugno alle amministrative, sta prendendo atto che non c’è più la buona salute delle prime esperienze renziane, al partito e al governo. Si cerca quindi di correre ai ripari e modificare l’Italicum. Nessuno pensa che le correzioni potrebbero rivelarsi più disastrose della legge già varata? Allora che fare? Sostituire radicalmente la legge col Mattarellum o andare al voto col Consultellum, rivisto in pochissimi punti.

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