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Cosa fanno le migliori aziende per far crescere la produttività

Great Place To Work ha di recente pubblicato la classifica delle migliori aziende per cui lavorare in Europa. Si tratta delle 100 organizzazioni top, provenienti dalle graduatorie dei singoli Paesi europei.

Le aziende sono suddivise in tre categorie, quelle con più di 500 persone, quelle tra i 50 e 500 dipendenti e le multinazionali. Il podio delle migliori aziende con più di 500 dipendenti è occupato dalla francese Davidson, che opera nel settore dei servizi professionali, da Torfs, azienda belga operante nella distribuzione, e da Accent Jobs, società belga di servizi professionali. Sul podio delle organizzazioni di medie dimensioni sono salite tre aziende operanti nell’Information Technology, la finlandese Vincit, la svizzera UMB, e la svedese Cygni. Infine, le prime tre multinazionali sono Mars, produttrice della famosa barretta, Daimler Financial Services, società di servizi finanziari dell’omonimo costruttore automobilistico, e EMC, operante nell’Information Technology. Tutte e tre queste aziende si sono qualificate anche grazie alla loro presenza nella classifica italiana.

I risultati della ricerca propongono qualche utile riflessione alle aziende del nostro continente, alle prese con la sfida della produttività. L’analisi dei dati rivela come l’impegno nel lavoro da parte delle persone, elemento strettamente legato alla produttività, sia correlato strettamente allo spirito di squadra: in tale ambito i fattori che mostrano il maggiore impatto sono la collaborazione, l’attenzione reciproca tra colleghi, la possibilità di lavorare divertendosi e l’amichevolezza dell’ambiente. L’impegno nel lavoro appare fortemente correlato anche con il livello di autonomia che le persone hanno nella propria attività, con i riconoscimenti che ricevono e con la capacità dell’azienda di assumere persone che si integrano bene nella cultura aziendale.

Le variabili che il management deve curare per creare un ambiente motivante riguardano dunque, da una parte, il rapporto con il singolo, per rendere la sua attività stimolante, e, dall’altra, la creazione di uno spirito di squadra. Questi due aspetti devono andare di pari passo, se si vuole ottenere un impegno elevato da parte di tutti nel loro lavoro. Le politiche troppo orientate alla premiazione selettiva delle migliori prestazioni, che caratterizzano molte organizzazioni, mostrano due limiti: privano la maggioranza delle persone del giusto riconoscimento per i propri sforzi e alimentano potenziali rivalità tra i colleghi. Il risultato che ne deriva è che solo una parte dei collaboratori si sente fortemente impegnata e il livello di sinergia tra le persone è scarso, elementi questi che limitano fortemente la produttività complessiva dell’organizzazione. Per questo motivo, le aziende all’avanguardia nella gestione dei collaboratori stanno ripensando le loro politiche, promuovendo la responsabilizzazione degli individui, lo sviluppo professionale di tutte le persone, e non solo dei talenti, e il riconoscimento diffuso dei meriti.


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