In una cornice del tutto nuova, non a Villa Giulia, ma all’Auditorium della musica, è andata in onda la premiazione della settantesima edizione del Premio Strega che ha visto vincitore Edoardo Albinati e il suo La scuola cattolica (Rizzoli) con 143 voti.
Presieduta da Nicola Lagioia, vincitore dello scorso anno, la serata è iniziata con un emozionante omaggio a Umberto Eco e ha incoronato Albinati come vincitore, senza sorprese. Forse l’unica vera sorpresa dell’evento sono i pochissimi voti presi da Elena Stancanelli con La femmina nuda (La nave di Teseo) a partire dalla prima votazione (solo 3 voti iniziali e 25 finali). Gli altri romanzi in concorso si sono così classificati: secondo posto Eraldo Affinati, 92 voti, con L’uomo del futuro (Mondadori), al terzo posto Vittorio Sermonti, 89 voti, con Se avessero (Garzanti), al quarto Giordano Meacci, 46 voti, con Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax).
Novità di questo Strega 2016, oltre la location, sono state le presentazioni biografiche con breve scheda tecnica di ogni autore in concorso, accompagnate da almeno uno scrittore che aveva presentato il libro alla giuria. Uno spettacolo dove in maniera informale, intervallato da inframezzi musicali, Pino Strabioli in diretta sulla terza rete Rai ha amabilmente introdotto i libri e gli scrittori, con un momento simpatico nel momento in cui Francesco Piccolo ha espresso il suo disappunto per una serata organizzata all’Auditorium, invitando a ritornare il prossimo anno al Ninfeo, vero luogo simbolo dello Strega, a suo dire.
Durante la serata sono stati premiati anche Rossana Campo, vincitrice del Premio Strega Giovani con Dove troverete un altro padre come il mio (Ponte alle Grazie) e i ragazzi autori dei tre migliori racconti selezionati per il Premio “Scriviamoci”.
Questa edizione ha scelto nella cinquina storie un po’ per tutti i gusti letterari. Si spazia dalla Storia alla fantasia fino al breve romanzo che presto diverrà anche film della Stancanelli che si interroga sulle donne e le loro manie estreme.
Ma alla fine, i 395 aventi diritto al voto che si sono espressi sui 460 totali hanno decretato la vittoria di un romanzo molto impegnativo per la sua lunghezza, 1294 pagine, che però apre uno squarcio su una società di media-alta borghesia che ha voluto crescere i propri pargoli in modo troppo chiuso, senza contatto con la realtà, creando adolescenti e ragazzi socialmente immaturi e con una radice profonda di maschilismo. In quella Roma degli anni 70 che ha dato vita all’efferato delitto del Circeo, dove una ragazza perse la vita e la sua amica si salvò per puro caso, rimanendo per sempre legata a quell’incubo vissuto.