Che cosa ci faceva l’altra sera Sofia Viscardi con il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, quello di Panorama, Giorgio Mulé, e Andrea Prandi, direttore comunicazione di Edison, in zona Porta Venezia a Milano? La youtuber dagli occhi cerulei e i capelli flavi si è intrattenuta con loro per oltre un’oretta, di fronte a una platea gremita, per parlare di informazione e dintorni. Nel corso della chiacchierata – organizzata a Milano da Allea su “Stanze digitali: dove abita l’informazione?” – ci si è chiesti, esperienza alla mano, quanto l’avvento del mondo di Internet abbia cambiato il modo di conoscere il mondo in ogni sua sfaccettatura e se la Rete influenza (e influenzerà) il modo di informarsi.
LE PAROLE DI BEULCKE
“Il motivo per cui abbiamo pensato di mettere insieme due volti noti della stampa italiana e una youtuber – ha detto a Formiche.net il presidente di Allea, Alessandro Beulcke – è perché da qualche anno ormai all’informazione canonica si affianca sull’universo parallelo della Rete e dei social. Su queste piattaforme si muove un numero di persone consistenti che oggi ha 18 anni ma domani ne avrà 25-30 e le loro opinioni avranno un peso sociale e politico“.
CHI E’ SOFIA VISCARDI?
Viscardi è tra le più acclamate dagli adolescenti di oggi, ha 1.2 milioni di follower su Instagram e i suoi video su Youtube viaggiano sulla media di un milione di visualizzazioni. E’ una star? E’ un mito? E’ una opinion leader? Di tutto un po’. In realtà, la Viscardi ha solo pensato – “un giorno per gioco” ci ha confessato – di raccontare a tutti le sue giornate. I suoi (più o meno) coetanei si sono appassionati e si è creata facilmente una fan base. Dopo i video, sono arrivati i tour con gli altri youtuber, poi è stata la volta di ‘Succede’, il libro che ha scritto per Mondadori e, da settembre, sarà sul piccolo schermo per una striscia tutta sua all’interno del programma ‘Pane Quotidiano’ in onda su Raitre.
I SIGNORI DELL’INFORMAZIONE
Il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e il direttore di Panorama Giorgio Mulé non hanno bisogno di presentazione. Entrambi si sono interrogati su quale sarà il futuro di quotidiani e periodici. Fontana ha spiegato: “I numeri legati alla lettura – su tutte le piattaforme – sono confortanti: il Corriere ha 2,3 milioni di lettori sulla carta e quasi 3 milioni sul sito”. Ma a livello economico questi numeri che cosa dicono? “Paga solo la carta e neppure troppo. Il web non è ancora fonte di guadagno. Da poco abbiamo deciso di mettere sul sito del Corriere degli articoli a pagamento. La situazione non è precipitata come qualcuno si aspetterebbe. Siamo fiduciosi”, ha aggiunto. Viene da chiedersi allora se piano piano si possa iniziare a fare informazione ‘tradizionale’ utilizzando i metodi moderni. “La rete è una grandissima opportunità” ha esordito Mulé che ha aggiunto: “Sulla rete però non sempre si fa informazione, spesso si fa conversazione. Così, è necessario avere un carattere distintivo: dare notizie verificate, raccontate con linguaggi innovativi. Così si fidelizza il pubblico dei lettori”. Il direttore ha poi fatto riferimento a Panorama d’Italia, una bella idea “in cui all’inizio non credeva nessuno”, ha spiegato, e che sta avendo successo non solo in termini di numeri ma anche nel riscontro pubblicitario e dunque economico.
COME SI RAGGIUNGE IL PUBBLICO DEI ‘MILLENIALS’
E a proposito di fidelizzazione, la Viscardi ha spiegato che lei, come i suoi coetanei, non va in edicola a comprare il Corriere della Sera o Panorama o altri giornali. “Mio padre lo fa”, ha ammesso candidamente: “Lo fa perché è abituato“. E quindi i cosiddetti Millenials dove e come si informano? Su Youtube? “Io non mi metto neanche a competere con gli youtuber” ha detto Fontana. E la Viscardi ha replicato subito: “Io non ho mai preteso di fare informazione”. Mulé si è posto un problema in più: “Se i giovani non si informano attraverso i nostri canali, il problema è nostro. Siamo noi che dobbiamo almeno provare a catturare la loro attenzione”. Riuscire a raggiungerli sarebbe semplicissimo, se si usassero i loro strumenti: un canale Youtube dove caricare dei video. Ma chi dice ai 45-50enni che compongono le redazioni che bisogna imparare a caricare i video? Chi dice che bisogna usare Snapchat per fare la diretta da questo evento piuttosto che da quell’altro? Adeguare il linguaggio utilizzando strumenti tradizionali non ha senso.
IL RUOLO DELLE AZIENDE
Lo sanno bene le aziende che infatti tendono sempre più spesso ad affidare la loro comunicazione a siti personalizzati in cui si racconta la quotidianità in maniera semplice ed efficace. Un esempio su tutti, quello di Eniday che ha fatto da precursore in tal senso. Sicuramente avrete sentito parlare tantissime volte di ‘storytelling’. Le aziende oggi lo utilizzano per uscire dal loro perimetro e raggiungere il mondo composto da utenti consumatori, investitori, addetti ai lavori ecc… Sarà questo quindi il futuro? Nessuno per ora ha in tasca la soluzione. Neppure la Viscardi.