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Qual è la dottrina Renzi in politica estera?

Matteo Renzi

A leggere gli epiteti che circolano sulla stampa si ha l’impressione di vivere nella Belle époque, con uno zar regnante in Russia, un sultano in Turchia, la Gran Bretagna chiusa nello “splendido isolamento” e l’America che rifiuta di entrare nelle beghe europee.

Siccome quell’epoca è finita con il bagno di sangue della prima grande guerra, e poi in quella successiva, non c’è da stare allegri. In realtà, naturalmente, le cose non stanno proprio così: lo “zar” russo, come il “sultano” turco sono stati eletti, la Gran Bretagna, non più imperiale, rischia di pagare cara la sua utopia isolazionista, mentre l’America è impegnata in trattati politici e militari in tutte le aree cruciali del mondo.

Però la vulgata nemmeno troppo originale diffusa dai media non è innocua: evita di riflettere sulle nuove democrazie autoritarie che si sono affermate (a cominciare da quella iraniana) dalla fase terminale della guerra fredda fino a oggi e sui fenomeni di disgregazione del fronte occidentale. Non si tratta di fenomeni antichi che si ripropongono, ma di un’evoluzione che segue all’ingessamento nel bipolarismo dell’equilibrio del terrore atomico. In questo nuovo mondo gli schemi tradizionali e anche gli strumenti militari o diplomatici a disposizione sembrano obsoleti e inefficaci. Basta vedere il modo confuso (per essere ottimisti) con cui si cerca di reagire alla sfida del terrorismo islamico o le tendenze a un rinascente protezionismo che nascono proprio nell’area anglosassone, che da sempre è stata la promotrice del libero scambio.

Quello che impressiona è l’offuscamento delle tematiche internazionali nell’orizzonte del confronto politico, particolarmente evidente in Italia. Una volta la collocazione internazionale era la base della politica interna, oggi prevale lo sbandamento e il ricorso a un approccio che più che pragmatico pare casuale e, al massimo, propagandistico. Le domande centrali non solo restano inevase, ma non vengono nemmeno poste: l’Italia vuole davvero una ripresa seria di relazioni con la Russia? Nell’alleanza antiterrorista che posto hanno l’Egitto e la Turchia? Le relazioni con Londra dopo la Brexit devono e possono mantenere i vincoli dell’alleanza strategica?

Su questi temi il governo italiano si limita a osservazioni occasionali, spesso influenzate dalla località in cui si svolge il discorso, ma manca l’enunciazione di una visione di insieme, di quella che in America si chiamerebbe una “dottrina”. È probabilmente questo il limite più rilevante del governo di Matteo Renzi. Il fatto che altri governi non facciano meglio del nostro è solo una misera consolazione.

(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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