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Tutte le forze speciali occidentali che appoggiano Haftar in Libia

Il sito Middle East Eye ha ottenuto delle registrazioni dalla base di Benina, vicino Bengasi, in Libia orientale. Da queste, scrive il sito specializzato in Medio Oriente e Nordafrica che viene pubblicato da Londra, si possono ottenere ulteriori informazioni sulla presenza all’interno dell’impianto nella Cirenaica di forze speciali occidentali (inglesi, francesi, americane e italiane) che stanno coordinando attacchi aerei. A Benina ci sarebbe dunque un centro di coordinamento internazionale che condivide l’acquartieramento con le forze del generale rinnegato Khalifa Haftar, l’uomo dell’est libico amico dell’Egitto, che ricopre incarichi militari e diplomatici per l’illegittimo governo di Tobruk e blocca dalla Cirenaica il difficoltoso processo di sviluppo delle istituzioni di concordia nazionale del Gna, il governo di accordo mediato dalla Nazioni Unite a fine 2015, attualmente guidato da un Consiglio presidenziale che risponde al predicato premier Fayez Serraj.

GLI OCCIDENTALI IN CIRENAICA SONO UNA QUESTIONE POLITICA

Non è la prima volta che questo genere di informazioni esce sui media, lo stesso generale freelance ne ha dato conferma alla BBC (ma questo è relativo, visto che molto di ciò che dice è intriso di propaganda), ma ogni volta è un colpo duro per il processo-Serraj, visto che si tratta di una sorta di dimostrazione di sfiducia all’opera politica del futuro esecutivo. Il perché è presto detto: quei governi che mandano commandos clandestini a sostenere le battaglia di Haftar, che mentre rema contro l’unità combatte a Derna e Bengasi seguendo un’agenda semi-personale ben diversa da quella anti-IS (su cui opportunisticamente Tripoli ha messo il cappello dopo che i misuratini erano partiti all’attacco su Sirte), sono gli stessi che alla fine di ogni tavolo negoziale rilasciano ufficiali dichiarazioni stampa intrise di retorica sulla necessità del processo unitario e sull’appoggio completo a Serraj, come unica soluzione possibile per stabilizzare la Libia.

ACCENTI RICONOSCIBILI

MEE ha avuto modo di ascoltare comunicazioni tra i caccia libici e la torre di controllo di Benina, che è la principale base di Haftar, da cui uomini “con accento francese e italiano” dirigevano i contatti. È una supposizione, ma la catena di comando potrebbe seguire il percorso seguente: uomini incaricati di illuminare i bersagli si muovono in segreto dietro alle linee a terra, e potrebbero essere i piccoli team di commandos occidentali di cui spesso s’è parlato. Sono loro, poi, a passare le coordinate degli obiettivi ai commilitoni alla torre di controllo di Benina: questi tecnici, a quel punto, si occupano di gestire i caccia lanciati in missione.

CHE SUCCEDE A BENGASI

Fino a qualche mese fa a Bengasi c’era una sacca di resistenza dello Stato islamico, ora non più, è stata sconfitta dalla milizia di Haftar, che ha avuto uno scatto tattico-strategico, che molti considerano legato all’affiancamento dei professionisti europei e americani. Il gruppo che adesso le forze della Cirenaica sta combattendo si chiama Consiglio della Shura di Bengasi, ed è un’amalgama tra gruppi islamisti (anche radicali, come Ansar al Sharia) e militanti più morbidi, che ha collegamenti politico-ideologici con le fazioni di Misurata che sorreggono il processo Onu; ma queste sfumature per Haftar, e per la scuola egiziana militarista che lo coordina, non esistono. Prendere Bengasi è soprattutto un piano geopolitico mascherato da operazione antiterrorismo: Haftar vorrebbe farla diventare la capitale di una Cirenaica pseudo-indipendente mentre continua la recita del paladino anti-jihadismo, anche se tutti sanno che la sua milizia non fa parte delle operazioni che a Sirte stanno stringendo in una sacca via via più stretta le forze dello Stato islamico.

IL SOSTEGNO OCCIDENTALE

Più gli occidentali sostengono Haftar, come modo per tenere aperto un piano-B oltre Serraj (le informazioni diffuse fin qui dicono che siano stati i francesi a iniziare questa strategia), più aumenta la sua percezione di invincibilità e autorevolezza, e più la sua dialettica diventa spinta. Per esempio: alle minacce dell’Unione europea di estendere le sanzioni già in piedi con l’accusa di minare il processo di formazione del Gna, ha fatto rispondere al suo portavoce che si tratterebbe di provvedimenti privi di significato. La missione Onu in Libia ha condannato gli attacchi aerei fatti dai velivoli di Haftar a Derna, ma il generale non se ne accora, visto che ha già rifiutato di incontrare il rappresentante delle Nazioni Unite Martin Kobler, che voleva trovare una via di intesa con lui. È possibile che per rendere definitivo il Gna si debba pensare a una qualche inclusione del generalissimo filo-egiziano, ma Haftar difficilmente scenderà a colloquio prima di aver completato il suo lavoro in Cirenaica.


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