Missione a Bruxelles per Maria Elena Boschi. Il ministro per le riforme istituzionali sarà domani (martedì 12 luglio) nel cuore delle istituzioni europee per ragionare di crescita insieme al numero due della commissione, l’influente tedesco Frans Timmermans. L’incontro, una sorta di summit fra Italia e UE, vedrà la partecipazione di diversi ed autorevoli protagonisti delle istituzioni comunitarie. Anzitutto ci sarà Gianni Pittella che con la guida del gruppo dei socialisti e democratici e che è con ogni probabilità il rappresentante italiano più ascoltato al Parlamento europeo. Con lui ci sarà il collega liberale Guy Verhofstadt ed il vicepresidente del gruppo dei popolari, lo spagnolo Gonzalez Pons Esteban.
Dopo i saluti dei due vicepresidenti italiani del Parlamento europeo, Antonio Tajani e David Sassoli, inizierà un confronto moderato da Paolo Messa e che non potrà non tenere conto di Brexit e della crescita delle formazioni populiste ed anti europee nel cuore del vecchio continente. Obiettivo comune di socialisti e popolari è quello di affermare la crescita economica quale antidoto al crescente malessere dei cittadini. In questo senso, le riforme istituzionali rappresentano un passaggio cruciale, secondo il governo italiano. Difficile che Timmermans e Boschi discutano esplicitamente della crisi bancaria o del sostegno che il governo italiano sta chiedendo per poter realizzare misure fiscali espansive. Certamente però il confronto risulterà fondamentale per testare il termometro dei rapporti fra la Commissione e l’esecutivo guidato da Renzi.
Entrambe le parti necessitano di un riconoscimento che, fra l’altro, possa essere giocato presso le opinioni pubbliche europee dopo l’esito del referendum in UK. Il voto del Regno Unito ha fatto emergere tutte le crepe che in questi anni si è cercato di nascondere dietro l’atteggiamento intransigente dell’austerità. Quella linea, a matrice tedesca, trovava l’opposizione proprio di Cameron e Renzi. L’isolamento sostanziale di questa visione non ha aiutato il primo ministro inglese e potrebbe mettere in ulteriore difficoltà il governo di un paese fondatore come l’Italia. Sebbene non tocchi alla UE “endorsare” le riforme della Boschi, anche in vista del referendum di ottobre/novembre, non vi è dubbio che sia interesse anche dell’Europa non mortificare gli sforzi di Palazzo Chigi e le richieste di flessibilità che ne conseguono, si dice nei Palazzi europei. E’ una partita complessa e l’evento di domani promosso da Formiche non è certamente risolutivo degli innumerevoli dossier presenti sul tavolo ma rappresenta una occasione per aumentare la consapevolezza sulla centralità delle riforme nell’ottica di perseguire una più decisa crescita economica.
Sarà folta la partecipazione di rappresentanti delle aziende che operano in Europa: da Business Europe (la Confindustria europea, peraltro presieduta da Emma Marcegaglia) fino ai responsabili di grandi multinazionali come la British American Tobacco. Per tutti, dai vertici istituzionali a quelli del mondo industriale, si tratta di avere un segnale positivo ed ottimista, tanto sulle riforme italiane quanto sulla “postura” della UE. Appuntamento quindi domani, martedì 12 luglio, nella sala A1G2 nel palazzo dedicato ad Altiero Spinelli e sede del Parlamento europeo.