Rimane il profondo divario tra noi e Federmeccanica-Assistal sulla questione contrattuale. Nulla è mutato rispetto alla proposta di modello contrattuale presentato dalla controparte datoriale. Il sindacato è mobilitato dal mese d’aprile per far cambiare idea agli imprenditori metalmeccanici che si ostinano a voler realizzare una vera e propria riforma contrattuale in ambito categoriale, prediligendo un solo livello contrattuale, anziché due. Inammissibile. Continuiamo a sostenere che il primo livello contrattuale debba rivelarsi utile a recuperare l’inflazione registrata e a tutelare il potere d’acquisto delle buste paga di tutti i lavoratori metalmeccanici.
La piattaforma di Federmeccanica-Assistal predilige il secondo livello contrattuale ed assicura aumenti, al primo livello,esclusivamente al 5% della platea degli aventi diritto. Noi siamo favorevoli ad incrementare e sostenere la contrattazione aziendale, ma riteniamo impossibile rinunciare al ruolo retributivo del Ccnl. Le stesse parti confederali hanno dato inizio ad una serie di incontri tecnici per avviare il percorso della riforma contrattuale e della rappresentanza, invitando di comune accordo il governo a starne fuori, dando alle parti il tempo di giungere ad un’intesa. Il leader degli industriali, Vincenzo Boccia, spiega che deve concretizzarsi lo scambio salario-produttività; i leader sindacali puntano anche loro a tutelare il doppio livello contrattuale, precisando, come fa Carmelo Barbagallo, che il primo livello può determinare una contratto leggero. Noi siamo d’accordo sia con Boccia che con Barbagallo, ma i nostri interlocutori dall’altra parte del tavolo contrattuale, si muovono in una logica di fatto diversa da quanto proposto dai sindacati metalmeccanici e dalle confederazioni sindacali ed industriale.
La questione, quindi è politica e non sul merito della piattaforma. Si concentra, di conseguenza in principal modo sulla questione salariale che finora non è riuscita ad avere un epilogo positivo tra noi e loro. Come stanno le cose, non lo avrà nemmeno nei giorni a venire. Cosa significa? Che per tutto il mese di luglio rimane confermato quanto scritto nei nostri documenti sindacali che invitano alla mobilitazione. Val la pena di ripetere che per noi va confermato il sistema su due livelli, con il ruolo generale del CCNL sulle normative e sulla tutela del potere d’acquisto del salario, insieme alla qualificazione ed estensione della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale, per tutte le persone che lavorano nelle imprese metalmeccaniche.
Il nostro impegno è oggi rivolto ad un nuovo contratto nazionale, tanto più per cogliere i segnali di ripresa ed favorire una nuova fase di rilancio ed innovazione del sistema manifatturiero industriale, investendo sulla qualità del lavoro. Le rigidità di Federmeccanica e Assistal vanno battute e superate. Non c’è altra strada considerando che la proposta presentata dagli imprenditori nel dicembre 2015 non è mai sostanzialmente mutata. Sono otto mesi che trattiamo senza aver fatto un passo in avanti. Le forme di lotta, non possono che essere consolidate. Finora abbiamo svolto venti ore di sciopero, ma è bene considerare che continua lo sciopero degli straordinari e delle flessibilità in tutte le aziende interessate. Inoltre si stanno svolgendo con efficacia le iniziative di informazione e sensibilizzazione in tutte le province italiane. Ma non può ancora bastare.
Nella seconda metà di luglio, insieme a Fim e a Fiom riuniremo di nuovo le segreterie unitarie per decidere il da farsi nel mese di settembre. Ma nel mese in corso ci sono altre date importanti segnate in rosso sull’agenda. Oggi pomeriggio, per esempio, chi scrive sarà al Consiglio nazionale della Uil che si svolgerà presso l’Hotel Quirinale di Roma, che darà il via al percorso di avvicinamento della IX Conferenza di Organizzazione della Uil che si terrà a Roma nel mese di novembre prossimo. Si tratta di una scadenza importante, dove la Uil uscirà più consolidata e presente sul territorio e nei luoghi di lavoro.
Domani mattina, invece, sempre nella capitale, presso l’Auditorium del Massimo nel quartiere Eur, si svolgerà l’Attivo unitario di Cgil, Cisl e Uil dedicato alla richiesta dei sindacati di rinnovare i contratti scaduti ed in scadenza, tra cui c’è anche il nostro. Oltre a sei delegati sindacali delle varie categorie che attendono i rinnovi, prenderanno la parola Susanna Camusso, Annamaria Furlan e la manifestazione sarà conclusa da Carmelo Barbagallo. E’ evidente come occorra, così spiegano gli slogan alla base dell’assise confederale, “Rinnovare i contratti. Rilanciare la contrattazione. Per una crescita fondata sulla valorizzazione del lavoro”. Ma non è finita qui. Venerdì 29 luglio, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno con il presidente della Confindustria. I quattro si erano già visti lo scorso 28 giugno. Oltre a Boccia c’erano anche il Dg della confederazione di via dell’Astronomia, Marcella Panucci, ed il vicepresidente degli industriali, con delega alle relazioni sindacali, Maurizio Stirpe.
Nella nuova riunione si farà il punto non solo sulla riforma del modello contrattuale ma su tutti i temi legati al mercato del lavoro, dalla rappresentanza agli ammortizzatori sociali. E’ bene ricordare che da qui a quella data si sono riuniti dei tavoli ‘bilaterali’ tecnici su: rappresentanza e rappresentatività; politiche attive del lavoro, dalla formazione all’inserimento sul mercato; politiche passive, ammortizzatori sociali. Ma anche in questo contesto torna la vicenda dei metalmeccanici. Vincenzo Boccia continua a ripetere che si riuscirà ad andare avanti su i temi succitati, a partire da quello della riforma contrattuale, solo quando la vertenza contrattuale che ci riguarda sarà risolta. Ciò significa che urge dare un epilogo positivo al nostro contratto. In questo senso, tutte le confederazioni interessate non possono che dare un contributo positivo alla mobilitazione che i sindacati metalmeccanici stanno portando avanti.
Si tratta di una deduzione logica, più che di una constatazione di parte. Sbaglia Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, quando afferma, come ha fatto a Brescia lo scorso primo luglio, all’assemblea degli imprenditori metalmeccanici: “Piuttosto che fare un cattivo contratto, è meglio non fare nessun contratto”. No! Il contratto bisogna farlo bene e senza perdere altro tempo. E’ probabile che la risoluzione dovremo ricercarla a partire dai primi giorni del mese di settembre. Ma occorre tener presente che dal 22 dicembre dell’anno scorso al prossimo autunno saranno passate ben tre stagioni. Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo permettere che anche la quarta trascorra senza che i metalmeccanici possano avere il giusto contratto che meritano.