Vendita in blocco delle sofferenze e aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Approvato ieri il piano di salvataggio del Monte dei Paschi preparato dall’amministratore delegato Fabrizio Viola di concerto con Lazard, Jp Morgan e Mediobanca.
COSA HA DECISO IL CDA DI MPS
Ieri il consiglio di amministrazione di Mps ha approvato le linee guida di un’operazione che prevede un deconsolidamento dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo (27,7 miliardi lordi di euro e 10,2 miliardi netti al 31 marzo 2016). Il progetto, nella parte in cui include l’incremento delle coperture dei crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute) e il deconsolidamento del portafoglio dei crediti in sofferenza attraverso la struttura di cartolarizzazione, determina – si legge nel comunicato di Mps “un fabbisogno patrimoniale che, sulla base di una stima preliminare, risulta pari a 5 miliardi di euro rispetto ad un livello di CET1 fully phased pari al 11,4% al 31 marzo 2016”.
I DETTAGLI
Le sofferenze nette che verranno cedute dal Monte saranno divise in tre blocchi, una tranche senior da 6 miliardi, su cui agirà l’intervento della garanzia pubblica Cags; una definita «mezzanine» da 1,6 miliardi riservata ad Atlante (che avrà anche un warrant) e una tranche junior da 1,6 miliardi a più lunga scadenza da assegnare in opzione agli attuali soci.
IL RUOLO DI ATLANTE
Il Fondo Atlante è così autorizzato a entrare in campo, acquistando i quasi 10 miliardi di euro di sofferenze nette presenti nel bilancio dell’istituto di Siena entro il 2018 ed ha ottenuto il semaforo verde — che scatterà entro fine anno — anche l’operazione di aumento di capitale fino a 5 miliardi.
LE PROSSIME TAPPE
A settembre si metterà a punto il nuovo piano industriale che verrà presentato alla fine di quel mese. Tra ottobre e novembre ci sarà l’assemblea che voterà l’aumento a cui stanno già lavorando otto banche d’affari. Atlante metterà poi mano alle sofferenze all’inizio del 2017. Per non esporsi ai rischi di mercato è previsto un finanziamento ponte a sostegno della cartolarizzazione delle sofferenze, che saranno pagate al 33% del valore facciale.
IL VAGLIO DELLA BCE
La nota di Mps sottolinea che “il completamento dell’operazione è soggetto, inter alia, all’ottenimento di tutte le autorizzazioni regolamentari e di vigilanza. La Banca sottoporrà al più presto all’approvazione della BCE un capital plan comprensivo di tutte le azioni, incluso l’aumento di capitale, finalizzate al conseguimento di una più che adeguata dotazione patrimoniale”.