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Ecco i numeri giusti su occupati e inattivi

Giuliano Poletti

Il tasso di disoccupazione è salito a sorpresa all’11,6% a giugno, dopo essere calato a 11,5% a maggio.

Tuttavia, ancora una volta l’aumento è dovuto interamente al calo degli inattivi (-51 mila unità, quarta flessione consecutiva), che ha favorito un’espansione delle forze di lavoro di 98 mila unità (+0,4% m/m).

Gli occupati sono aumentati per il quarto mese consecutivo (+71 mila unità ovvero +0,3% m/m, dopo le +24 mila ovvero +0,1% m/m di maggio) e il tasso di occupazione ha raggiunto, al 57,3%, un massimo dal 2009.

Il tasso di disoccupazione giovanile, in controtendenza rispetto all’indice generale, è sceso a 36,5% da 36,8%, raggiungendo un nuovo minimo da ottobre del 2012. Il calo è avvenuto nonostante una flessione degli inattivi.

A differenza del mese scorso, sono aumentati gli occupati indipendenti (+78 mila unità, dopo il calo di -20 mila precedente), mentre i dipendenti sono calati marginalmente (-7 mila unità, ripartito in egual misura tra lavoratori permanenti e temporanei) dopo gli aumenti consistenti dei tre mesi precedenti. La ripresa degli occupati è diffusa a tutte le principali classi di età, con l’unica eccezione dei 25-34enni (-10 mila).

Su base annua, l’occupazione totale mantiene un ritmo di crescita superiore a quello del PIL (+1,5% ovvero +329 mila posti di lavoro). A guidare la crescita tendenziale ancora una volta i dipendenti permanenti (+207 mila unità ovvero +1,4%).

In sintesi, la salita della disoccupazione nel mese non sembra indicare un’inversione di tendenza, perché la diminuzione degli inattivi (presumibilmente per via di un minor effetto-scoraggiamento) sta causando una pressione verso l’alto sul tasso dei senza-lavoro. Tale tendenza potrebbe permanere nei prossimi mesi, ma in prospettiva la direzione è quella di un ulteriore calo dei disoccupati.


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