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Ecco gli 11 dossier della presidenza slovacca dell’Unione europea

6 mesi per 11 dossier. Devono fare i conti con il tempo (inteso come “time”, non come “weather”) le giuste ambizioni della presidenza slovacca dell’Unione Europea in questa seconda parte di 2016. Posizionato nel cosiddetto “trio” tra quello olandese e il prossimo, che sarà maltese, il semestre di turno di Bratislava non nasconde di voler lasciare un’impronta significativa in un’agenda europea che tra Brexit e terrorismo ha molte questioni aperte. Se n’è parlato martedì a Roma nella sede della FeBAF, che prosegue nel suo ciclo di appuntamenti su Bruxelles e dintorni.

Come di consueto (era già successo con la Lettonia, il Lussemburgo, l’Olanda), i rappresentanti del paese presidente di turno della UE vengono a raccontare ad una platea selezionata di operatori finanziari ed esperti di affari comunitari cosa bolle nella pentola europea del loro governo. E di cose “bollenti”, nel settore bancario, assicurativo e finanziario in generale, ce ne sono. A raccontare il lavoro dell’esecutivo presieduto dal premier Robert Fico (nella foto), l’ambasciatore in Italia Jan Soth e Turok-Hetes, direttore generale del Ministero delle finanze di Bratislava. Ad introdurre, il Segretario generale della FeBAF, Paolo Garonna. Ad ascoltare (e intervenire), una trentina di rappresentanti di banche, assicurazioni, fondi, studi legali e di consulenza, esperti, accademici.

11 i dossier finanziari che la Slovacchia considera prioritari. Tra i provvedimenti citati nella documentata analisi di Pán Turok, la direttiva prospetti, il pacchetto sulle misure anti-riciclaggio in un’ottica di lotta al terrorismo, l’implementazione dell’Unione dei Mercati dei capitali in particolare sulle cartolarizzazioni, la riforma strutturale del settore bancario, la direttiva sull’assicurazione degli autoveicoli, la tassa sulle transazioni finanziarie (FTT). E naturalmente l’Unione Bancaria. L’ambizione della Slovacchia è quella di arrivare alla fine dell’anno con progressi rilevanti su tutte le questioni, superati i passaggi dell’Europarlamento.

Sulla FTT, in realtà, Bratislava non ritiene di dover intervenire a livello di Consiglio, essendo un tema della cosiddetta “cooperazione rafforzata”. Cosa che dovrebbe far piacere ai tanti che sono perplessi sull’utilità di una misura che finisce col penalizzare il mercato continentale, proprio nel momento in cui la City, con Brexit, avrà le mani libere sull’attrazione di capitali, eventualmente anche attraverso misure fiscali. E sull’Unione bancaria, per la quale l’auspicio espresso dalla stessa FeBAF, ma anche da suoi cugini transalpini di Paris Europlace è di un rapido completamento, Bratislava ritiene l’autunno cruciale per verificare la direzione e – soprattutto – il passo di marcia.

Insomma, le questioni sul tavolo sono tante e il Governo di Robert Fico vorrebbe in pratica avviarle tutte a soluzione. Si tratterà anche di un test sulla tenuta e la rilevanza dei semestri di presidenza nel decidere le agende e nel realizzarle in 180 giorni. Bratislava sa che il tempo in questo senso non è galantuomo, e che dopo l’estate ci saranno solo una manciata di settimane prima della fine del semestre. Un buon motivo per lavorare rapidamente. Con un occhio alla Gran Bretagna, visto che per il 16 settembre Tusk ha convocato a Bratislava i capi di stato e di governo europei per ragionare (senza Londra) del futuro dell’Unione (dopo Brexit). E con l’altro nel Mediterraneo. Ma non si tratta di essere strabici. Il Mare Nostrum è infatti decisivo non solo per affrontare adeguatamente il tema rifugiati e quello del terrorismo, ma anche perché il primo gennaio 2017 il testimone del governo europeo passerà a Malta, terzo paese del “trio” di presidenze gennaio 2016-giugno 2017. Malta, che poi è geograficamente un piccolo paese, sarà probabilmente come la Slovacchia altrettanto e giustamente ambiziosa, nel voler completare il programma del “trio”.

Appuntamento a gennaio, per chi potrà seguirla, con l’ambasciatrice in Italia, Vanessa Frazier. Si dice che la sede dell’incontro sia già stata decisa: sempre in FeBAF, in Via San Nicola da Tolentino a Roma. A proposito di quel Santo, si racconta che trovandosi a passare nella città di San Ginesio – nel percorso da Sant’Angelo a Tolentino – impose le mani impedendo il crollo di una parte delle mura, che ancora oggi si conservano integre. Sono in molti a sperare che anche l’Europa si mantenga integra, anzi, si rilanci, come ha saputo fare il bel comune marchigiano.

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