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Rcs, tutte le ultime baruffe tra Urbano Cairo e Andrea Bonomi

Urbano Cairo

Ieri è partita l’ultima settimana di Borsa della battaglia su Rcs, il gruppo che controlla il Corriere della sera. Venerdì 15 luglio sarà infatti l’ultimo giorno delle due due offerte contendenti: da una parte, quella di Urbano Cairo e, dall’altra, quella di Andrea Bonomi insieme con i soci storici di Rcs. E oggi Cairo non ha esitato a lanciare stilettate nei confronti del consiglio Rcs: “E’ un Cda che è stato nominato dai quattro azionisti di Rcs che fanno parte della cordata più Fiat. Mi sembrerebbe strano che fosse più propenso verso la mia Opas. Il suo cuore batte per l’Opa di Bonomi, non mi stupisco”. Cairo ha da subito detto che in caso di vittoria cambierebbe il Cda di Rcs, mentre Bonomi ha esplicitamente dichiarato ieri che l’attuale management sta lavorando bene e non verrà cambiato se prevarrà la sua Opa.

I RILANCI DI VENERDI’

Venerdì scorso entrambe le fazioni in gara, come da attese, hanno rilanciato sui prezzi, uguagliando o superando la valorizzazione di 1 euro per ogni titolo del gruppo Rizzoli. Nel dettaglio, il pubblicitario ed editore de La7 non soltanto ha portato da 0,17 a 0,18 la porzione di azioni Cairo Communication offerta per ogni titolo di Rcs ma ha anche messo sul piatto 25 centesimi in contanti. In questo modo, sulla base dei prezzi di Borsa di venerdì, giorno in cui è arrivato il rilancio, Cairo propone 1,04 euro per ogni azione Rcs, nell’ambito di un’offerta che, con l’aggiunta della quota cash, è diventata di acquisto e scambio (Opas) e non più solo di scambio (Ops) come in precedenza. Il finanziere patron del fondo di private equity Investindustrial, Andrea Bonomi, con Diego Della Valle, Mediobanca, Unipol e Pirelli, ha invece ritoccato al rialzo la propria proposta da 0,80 a 1 euro, anche questa volta tutti in contanti.

LA PAROLA ALLA BORSA

Dopo i due rilanci giunti nella tarda serata di venerdì con una complessa procedura che ha previsto che i due contendenti presentassero le buste chiuse in Consob, la parola nel primo giorno della settimana è passata alla Borsa. Qui, innanzi tutto, le azioni Rcs sono balzate a doppia cifra, portandosi a un soffio da quanto messo sul piatto dalle due diverse fazioni. La seduta di lunedì 11 luglio, in particolare, per le azioni del gruppo editoriale guidato da Laura Cioli, si è chiusa in crescita di quasi il 15% a 0,979 euro, quasi a quota 1 euro. Ma essendo una delle due offerte in parte di scambio, gli occhi sono puntati anche sull’andamento delle azioni della Cairo Communication: se dovessero scendere, si ridurrebbe anche la valorizzazione di ogni titolo Rcs dagli 1,04 euro di venerdì.

NODO CAIRO COMMUNICATION

Antonella Olivieri, sul Sole 24 ore di domenica 10 luglio, metteva in guardia sulla crescita dell’indebitamento del gruppo Cairo Communication, legata al rilancio dell’offerta con 25 centesimi in più in contanti per azione. Per il gruppo dell’editore de La7 si tratta di un maggiore esborso per 130 milioni (immaginando piena adesione all’offerta tranne che dalla cordata avversaria, che assembla poco più del 22% di Rcs), che dovrebbe essere finanziato in parte grazie al prestito da 140 milioni di Intesa Sanpaolo e in parte attingendo alla cassa, dove Cairo Communication, fino a oggi non esposta con le banche, custodisce un “tesoretto” da quasi 100 milioni.

LA QUESTIONE DEL DEBITO

Ebbene, secondo Olivieri, proprio l’aumento del debito connesso alla quota di pagamento in cash avrebbe potuto deprimere le quotazioni di Cairo Communication nell’ultima settimana prima della scadenza delle offerte. Di quest’idea anche lo stesso Bonomi, che, in una conference call con la stampa riportata oggi dai giornali, ha detto: “A mio parere, l’effettiva valorizzazione dell’offerta di Cairo dovrebbe tenere conto dell’indebitamento che Cairo Communication dovrà assumere per poter pagare agli azionisti Rcs la componente in contanti dell’offerta, pari a 0,25 euro”. E quindi, per Bonomi, “nell’ipotesi di adesione al 100% da parte degli azionisti Rcs all’Opas Cairo, il debito aggiuntivo sarebbe di 130 milioni che, in termini di valore, comporterebbe una riduzione teorica del corrispettivo dell’Opas di 0,14 euro per azione Rcs”. Quindi 0,90 euro al momento dell’annuncio anziché gli 1,04 di cui sopra. In realtà non è una tesi pacifica. Il Giornale commenta così: “Un’interpretazione matematica che considera i 25 centesimi offerti da Cairo alla stregua di un dividendo, non calcolando, invece, che essendo questi parte integrante dell’offerta, permetteranno al socio Rcs di diventare socio Cairo e di avere in effetti più debito da un lato, ma anche il controllo di Rcs dall’altro”. E’ anche vero, però, che fino a pochi giorni fa Cairo contava di aggiudicarsi il gruppo del Corriere senza indebitarsi, motivo per cui in Borsa il prezzo potrebbe risentirne.

COSA E’ SUCCESSO IN BORSA

Tuttavia, nel primo giorno di della settimana il mercato non sembra avere dato peso all’aspetto del debito, concentrandosi forse su quelle prospettive industriali dell’offerta su cui lo stesso editore de La7 continua a insistere: Cairo Communication lunedì a Piazza Affari ha guadagnato l’1,60% a 4,45 euro, prezzo che significa una valutazione dei titoli Rcs pari a 1,051 euro.


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