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Sparate e sorprese di Donald Trump nel discorso a Cleveland

Nel primo discorso da candidato ufficiale del partito repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump si presenta come l’uomo di “Law and Order”. S’impegna a sospendere immediatamente l’immigrazione negli Stati Uniti “da tutti i Paesi coinvolti nel terrorismo” e a innalzare un muro al confine con il Messico. Afferma che “l’americanismo e non il globalismo è il nostro credo” e mette in dubbio la solidarietà atlantica. Tutto condito con il superamento del “politicamente corretto”: “Non possiamo più permettercelo”, ci sono da ripristinare “la forza e la sicurezza”.

“Un discorso cupo e terribile: spaventoso”: non è il giudizio di un polemista “liberal” sull’intervento con cui Trump chiude la convention repubblicana a Cleveland, accettando la nomination e offrendosi come “la vostra voce” a chi, negli Stati Uniti, “è ignorato o dimenticato”. “Spaventoso” è la prima reazione filtrata dal clan Bush, assente alla convention: viene da Mary Cary, la donna che scriveva i discorsi di papà George, presidente dal 1989 al 1993 e che oggi è autorevole opinionista.

La platea di Cleveland accoglie con un’ovazione, tutti in piedi, l’accettazione della nomination. Hillary Clinton, la candidata democratica, gli ribatte: “Non sei la nostra voce” e, soprattutto, “costruiremo un muro tra te e la presidenza”, perché il discorso di Cleveland dimostra che Trump “è inadatto alla Casa Bianca”.

Introdotto sul palco dalla figlia Ivanka, che completa così il ritratto di famiglia della convention – mancava solo lei – , il magnate e showman fa un intervento fiume: il più lungo – nota la stampa Usa – dai tempi di Bill Clinton, che quando comincia a parlare non la finisce più.

Il canale pubblico C-span calcola sia durato 75 minuti e 6 secondi, oltre i 64 minuti e 44 secondi di Clinton nel 1996, un record dal 1972, da quando si tengono i conti. Nel 2012 il discorso di Obama durò 38 minuti e 23 secondi, quello del rivale Mitt Romney 37 minuti e 47 secondi.

Trump garantisce sicurezza e franchezza: “Se volete bugie – dice – andate la prossima settimana alla convention democratica”. E attacca l’Amministrazione democratica e la sua antagonista: “Serve un cambio di leadership per risolvere i problemi”; e ancora “chi non comprende i pericoli non può guidare il Paese”. Infine assicura che d’ora in poi la sua missione è solo “lavorare per l’Unione”.

Prima di fare il suo discorso, il candidato repubblicano, in dichiarazioni alla stampa, aveva sollevato riserve sulla clausola di mutuo soccorso in caso di attacco di uno dei membri dell’Alleanza atlantica e aveva pure escluso pressioni sulla Turchia per fare cessare le purghe e ripristinare stato di diritto e rispetto dei diritti dell’uomo.

La convention di Cleveland s’è conclusa dopo quattro giorni di kermesse e discorsi.  Nell’ultima giornata, c’è stato pure spazio per uno speaker dichiaratamente omosessuale: Peter Thiel, miliardario, co-fondatore di PayPal, azionista di Facebook, ha detto “Sono orgoglioso di essere gay, di essere repubblicano e soprattutto di essere americano”.

Lunedì 25 s’aprirà a Filadelfia la convention democratica.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)


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