Turchia sull’orlo della guerra civile. Fallito il colpo di Stato, oltre 1500 gli arrestati tra i militari golpisti, Erdogan prima fugge e poi torna a Istanbul dicendo che “gli autori del golpe pagheranno”.
I FATTI
Dopo il colpo di Stato in corso da parte dell’esercito, il presidente turco Erdogan in un messaggio video aveva invitato il popolo a scendere in piazza contro i golpisti e ha asserito che solo una parte minoritaria dell’Esercito ha promosso il golpe (il capo della Marina militare ha detto fin da subito che sarebbe rimasto fedele a Erdogan).
LE PRIME MOSSE
Nel frattempo le forze militari che hanno preso possesso della tv di Stato e in una dichiarazione hanno rimarcato come tutte le intese politiche internazionali, dunque anche quella dell’Alleanza atlantica, saranno rispettate.
GLI SCENARI
Da qui l’impressione di alcuni osservatori secondo cui la mossa dell’esercito potrebbe trovare anche la non ostilità degli Stati Uniti, che da tempo erano perplessi dell’azione di Erdogan per le sue ambiguità nella strategia americana anti Isis. Mentre i curdi, perseguitati dal governo turno, sono uno dei perni dell’alleanza che combatte lo Stato islamico.
LE REAZIONI
Impressioni poi smentite. Barack Obama si è schierato al fianco del presidente, dichiarando che va sostenuto “il governo turco democraticamente eletto”. Rivolgendosi a tutte le parti, Obama si è appellato “per scongiurare le violenze e bagni di sangue”. Pro Erdogan anche se con prudenza Angela Merkel: “L’ordine democratico deve essere rispettato”, ha dichiarato il suo portavoce. La Russia è “profondamente preoccupata per le notizie che provengono dalla Turchia”, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino. Mentre in precedenza il ministro degli Esteri russo, Lavrov, si era limitato ad auspicare che non ci siano bagni di sangue.
IL REGISTA DEL GOLPE
Regista dei golpisti, l’ufficiale Muharrem Kose, rimosso nel marzo scorso dallo staff dello Stato maggiore turco. Il comandante delle forze terrestri turche, il generale Hulusi Akar , capo di stato maggiore fedele al presidente, è stato preso in ostaggio dai golpisti. Ma le principali forze di opposizione laiche della Turchia si sono subito schierate contro il golpe. Mentre in precedenza il ministro degli Esteri russo, Lavrov, si è limitato ad auspicare che non ci siano bagni di sangue.
GLI SCONTRI
La polizia si è opposta al golpe, e tra agenti e militari ci sono stati sanguinosi combattimenti. Diciassette poliziotti sono stati uccisi nella sede centrale delle forze speciali ad Ankara. Un colonnello e tre soldati sono stati arrestati dalla polizia. Ma anche i militari si sono divisi e si sono combattuti fra loro. Caccia si sono alzati in volo bombardando alcune zone, un F-16 ha abbattuto un elicottero a bordo del quale c’erano militari golpisti. Ad Ankara militari lealisti al presidente Erdogan si sono scontrati contro soldati che partecipano al golpe.
(articolo in aggiornamento)