Ci lamentiamo sempre, e giustamente, per carità, della nostra Italia. Degli scandali, veri o presunti, delle stranezze, sempre vere, e dei paradossi che la distinguono. E del dibattito politico quasi sempre insulso, e da un po’ di tempo anche volgare, che i giornali si sentono costretti a seguire e registrare ogni giorno, sprecando spesso più carta che ingegno. E poi ci lamentiamo che alle edicole, complice anche il diabolico internet, come se non bastasse la televisione, si affaccino sempre più in pochi.
Eppure, visto ciò che succede nei Paesi vicini, per non andare in quelli più lontani, fra pazzi veri o improvvisati che seguono o semplicemente emulano gli arruolati del Califfato ammazzando gente per strada, o nei locali di svago e sgozzando preti e fedeli in Chiesa, viene voglia di considerarci fortunati. Facendo naturalmente le corna per scaramanzia. E abituandoci al pur oneroso contributo cui la civiltà ci condanna facendoci soccorrere in mare ogni santo giorno, o quasi, migliaia e migliaia di sfruttati del più gigantesco e rivoltante racket del mondo. Che è quello degli scafisti, o come altro vogliamo chiamare i trafficanti dei disperati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni o, più semplicemente, dalla povertà, attratti non tanto dalle nostre coste quanto dal miraggio di un’Europa ch’essi immaginano migliore di quella che in realtà è, o è diventata.
In questa Italia felix accade che il mio simpaticissimo e argutissimo amico Andrea Marcenaro possa divertirsi, e divertirmi, e divertire chissà quanti altri amici o semplici lettori, mettendo da qualche tempo giustamente alla berlina ogni giorno, nella sua fortunata rubrica di prima pagina sul Foglio, titolata con ispirazione letteraria Andrea’s Version, l’infaticabile e alluvionale capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. Il quale poveretto, convinto di parlare e di agire sempre per proteggere il suo partito e il suo capo, naturalmente Silvio Berlusconi, da pericoli, congiure e quant’altro, non si rende conto di stare lavorando ormai solo per stimolare la fantasia e il sarcasmo di Andrea. Che dovrebbe mandargli, ad ogni festa comandata, se Brunetta si accorge della festa, qualche regalo per ringraziamento.
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L’ultima di Brunetta che Marcenaro ha raccolto e sviluppato dev’essere stata quella contro il povero, solito Stefano Parisi, appena “consacrato” da Berlusconi, secondo la versione del Sole 24 ore, al ruolo di salvatore di Forza Italia. Ma che salvatore, coordinatore, federatore, manager, e com’altro si sono divertiti a dipingerlo o immaginarlo cronisti e retroscenisti vari, non può essere per Brunetta.
Parisi, secondo l’ex ministro della Funzione pubblica, che di funzioni quindi s’intende, anche di quelle private, è solo uno che Berlusconi, magari per consolarlo della mancata elezione, sia pure di poco, a sindaco di Milano come candidato di un centrodestra miracolosamente ricomposto nelle sue versioni originarie, ha incaricato di redigere “un rapporto” sulle condizioni e sulle eventuali potenzialità di rilancio del partito cui peraltro non è neppure iscritto, almeno sinora. Un rapporto che il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio è già pronto forse a stroncare, esigente com’è nel giudicare il lavoro degli altri, da bravo professore e premio Nobel ingiustamente mancato, com’egli stesso ebbe una volta a dire non per scherzare ma prendendosi sul serio.
Ora, partendo dalla bambola sgonfiabile scambiata dal segretario leghista per la presidente della Camera Laura Boldrini, il perfido Andrea si è ricordato di quello che forse Matteo Salvini, nel momento della gaffe non sapeva per difetto d’informazione: che di bambole gonfiabili quello sciagurato di Adolf Hitler aveva fatto dotare i magazzini militari perché le sue truppe sparse per l’Europa per metterla a ferro e fuoco fossero autonome nelle loro fantasie e azioni erotiche, senza andare a molestare, come purtroppo accadeva ugualmente, giovani e meno giovani donne, quelle vere, a portata dei loro stivali nei paesi invasi. E si è chiesto, il nostro Andrea, se non sia sguaiato come il richiamo di Salvini alla “bambola” Laura Boldrini “sostenere –testualmente – che “Brunetta è il vibratore di Forza Italia”. Io, magari, ci avrei messo un congiuntivo. Ma va bene lo stesso il più sicuro e lapidario “è” usato da Marcenaro. Sicuro e lapidario, nello stile proprio di Brunetta.
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Fra i compiti assegnati a Stefano Parisi, o comunque attesi da chi ne ha salutato con interesse l’arrivo alla corte di Berlusconi, vi è quello, non certamente facile, attribuitogli da Carlo Fusi, navigatissimo cronista e poi notista politico. Che spera di vedere finalmente separata, appunto con Parisi, l’immagine della villa berlusconiana di Arcore dal Palazzo siciliano del Gattopardo, dove si era notoriamente convinti che dovesse cambiare tutto “per non cambiare nulla”.
Quelle poche volte in cui andai ad Arcore, in anni ormai lontani, prima che Berlusconi si lasciasse conquistare dalla politica, non ebbi in verità questa impressione. Ma debbo riconoscere che poi le cose sono cambiate.