Lo Stato islamico è in crisi: crisi economica, per la caduta del prezzo del petrolio, e crisi militare, per la perdita di circa il 70% del territorio dopo l’offensiva della coalizione internazionale. Forse per questo è in atto una nuova strategia: quella dell’appello ai foreign fighters per compiere attacchi isolati “con qualsiasi mezzo a disposizione… Pietre, coltelli, macchine contro la folla, veleni, qualsiasi metodo è benvenuto”. Ma anche l’uso di bambini kamikaze. Una pratica che prepara i futuri membri dell’organizzazione: bambini sequestrati, orfani o arruolati che combattono a favore della causa terroristica.
CON LA MAGLIA DI MESSI
Secondo le autorità turche, la strage del 22 agosto durante la festa di un matrimonio a Gaziantep in Turchia (qui i dettagli raccontati da Emanuele Rossi) sarebbe stata eseguita da un bambino tra i 12 e i 14 anni. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha confermato che il principale sospettato è un minorenne. “Si è fatto esplodere (…) aveva esplosivi addosso che si accendono a distanza)”, ha detto Erdogan, aggiungendo che le inchieste puntano allo Stato Islamico come responsabile dell’azione.
Poche ore dopo, un altro bambino, di circa 12 anni, vestito con la maglia numero 10 del Barcellona di Lionel Messi, è stato bloccato prima di attivare gli esplosivi che aveva sul petto. È accaduto a Kirkuk, capitale del Kurdistan iracheno (guarda il video).
NUMERI E PREVISIONI
Fino a luglio del 2015, l’Osservatorio siriano dei diritti umani ha registrato 19 casi di attentati suicidi con minorenni. Un altro report, presentato a febbraio del 2015 dal Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini, sostiene che lo Stato Islamico utilizza in Irak bambini con handicap mentali come scudo umano e kamikaze. Secondo le Nazioni Unite, a febbraio del 2014, circa 300mila bambini erano usati come soldati da gruppi militari nel mondo. Un fenomeno presente in Afghanistan, Colombia, Costa d’Avorio, Filippine, India, Irak, Libano, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Sudan del Sud, Siria, Tailandia e Yemen.
A marzo del 2016, è stato presentato al Parlamento britannico uno studio sui bambini dello Stato Islamico firmato dalla Quillian Foundation, dalle Nazioni Unite e dall’associazione creata dal generale Roméo Dallaire. Il report contiene 254 video con bambini arruolati da Isis tra 10 e 15 anni.
VANTAGGI ECONOMICI
Più piccolo è il bambino, più grande è il vantaggio dei jihadisti. I minorenni sono più influenzabili nel programma di culto alla violenza e producono immagini impattanti, come quelle dei ragazzi che giocano a calcio con le teste tagliate.
In un articolo pubblicato su Formiche.net, Stefano Vespa spiega che secondo la Quilliam Foundation per i reclutatori “i bambini sono una risorsa importante perché possono ricoprire diversi ruoli, combattenti e non, e diventano cruciali in tempo di guerra”. “I bambini – si legge nel report – sono usati come soldati, scudi umani, messaggeri, spie e sorveglianti, senza citare i matrimoni forzati e gli stupri ai quali sono costrette le ragazze”. I più piccoli sono purtroppo considerati più economici degli adulti perché mangiano meno e non hanno bisogno di molto denaro.
HUROOF, L’APP PER BAMBINI
Così, nel piano di sfruttamento dei nuovi mezzi tecnologici e di comunicazione, Isis ha creato un’app dedicata ai bambini (qui l’articolo di Zeffira Zanfagna). Si chiama Huroof e ha lo scopo di insegnare ai bambini la lingua araba, più precisamente l’alfabeto. Sul sito web The Long War Journal, specializzato nella guerra globale al terrorismo, si legge che Huroof significa proprio alfabeto, o lettere, in arabo. Realizzata dall’Isis’ Office of Zeal, l’applicazione prevede “giochi per memorizzare le lettere dell’alfabeto, scrittura e fonetica, e include anche una canzoncina islamica – nasheed in lingua madre – che aiuti a ricordare l’alfabeto”.
CUCCIOLI DI ISIS
Su Youtube, l’Isis ha pubblicato un video dal titolo “Cuccioli di Isis”: una truppa di bambini in divisa militare con armi in mano e la bandiera dell’organizzazione terroristica. “Mi piace lo Stato islamico perché chi segue la Sharia uccide infedeli, sunniti e chi ha lasciato l’Islam – spiega un bambino alle telecamere della Bbc -. Le persone uccise dall’Isis sono agenti americani. Dobbiamo decapitarli, come dice Allah nel Corano”.