Così come Mary Quant è diventata famosa per avere inventato la minigonna negli anni ‘60, ora la catena britannica Marks&Spencer lascia il segno nel mondo della moda (e non solo) per la commercializzazione del burkini, il costume da bagno con burka integrato. Chi indossa il burkini ha le braccia, le gambe e la testa coperti “per nascondere tutto il corpo senza rinunciare allo stile”, come si legge sull’annuncio. A prima vista sembrerebbe una tuta da sub, ma il tessuto è lo stesso poliestere dei costumi da bagno in lycra e non quello fatto con neoprene per i vestiti da immersione. Il costo del burkini è di 60 euro.
NUOVO MERCATO ISLAMICO
Il dipartimento di marketing di Marks&Spencer ha spiegato che le possibilità di sviluppo nel mercato islamico hanno spinto l’azienda alla produzione del burkini. (Qui l’articolo di Formiche.net sul boom della moda islamica). La catena low cost svizzera H&M, invece, ha annunciato che il costume per musulmane sarà nei suoi negozi a breve perché vogliono “difendere il diritto delle donne di vestire la propria personalità”. In uno spot promozionale, H&M ha già presentato lo hijab.
Anche se non è la prima né la sola casa di produzione di questo capo di abbigliamento, la vendita del burkini Marks&Spencer in Francia ha acceso le polemiche. Per il ministro dei Diritti delle donne francese, Laurence Rossignol, “quando i marchi investono nel mercato dell’abbigliamento islamico lo fanno perché è redditizio”.
Ruqsana Begum, fondatrice della scuola di difesa personale al Center Osmani di Whitechapel, Londra, e campionessa di kickboxing, ha anche una linea di abbigliamento con lo hijab incorporato per aiutare le donne musulmane a cimentarsi nella disciplina in tutta comodità. “Mi è venuta l’idea durante i Giochi olimpici – ha spiegato al sito Islam Information Center -. Mi ha colpito la storia di un’atleta americana che ha detto che non poteva competere indossando lo hijab per motivi di salute e di sicurezza. Suo padre ne ha cucito uno per farla combattere. Così ho pensato che potevo farne uno per le donne normali che vogliono cominciare con questo sport”.(Qui l’articolo di Formiche.net).
CHI HA INVENTATO IL BURKINI
Il burkini resta un abbigliamento occidentale, che risponde alle necessità della comunità islamica in Occidente. Ad inventarlo è stata Aheda Zanetti, australiana di origine libanese, che nel 2003 registrò il nome del suo costume da bagno, in regola con le norme di abbigliamento della sharia, il burkini.
TRA SICUREZZA E IGIENE
Le autorità francesi e alcuni comuni spagnoli ne hanno vietato questa estate l’uso per motivi di sicurezza. In Italia, nel 2009, Christian Panzarini, responsabile di una piscina nel quartiere Borgo Trento a Verona, aveva rimproverato una donna che si era presentata con il burkini dopo le proteste di altre donne perché spaventava i bambini. “Non ho vietato nulla – ha detto Panzarini a Repubblica -. Ho solo chiesto informazioni sul costume. Le ho anche detto di mandarci una mail per fornirci ragguagli tecnici. Ci sono alcuni materiali che possono essere utilizzati e altri no in base a determinati parametri igienico-sanitari”.
Ma il burkini è soltanto un elemento religioso? Non sempre. Nigella Lawson, una conduttrice britannica, ha indossato il burkini in spiaggia durante una vacanza per “proteggersi dal sole”. Il sito Marie Clare racconta le controindicazioni dell’uso del burkini, tra cui problemi sulla pelle e vesciche.