Notizie non buone per gli italiani, ma temo eccellenti per i comizi di Matteo Salvini e per i “ragionamenti” che ha detto di avere “cominciato a fare” con Silvio Berlusconi sul programma di un nuovo centrodestra, andandolo a trovare ad Arcore. Sono quelle date dal ministro della Giustizia Andrea Orlando in un’intervista al Corriere della Sera.
In particolare, il Guardasigilli ha detto che il Califfato nero svolge un ruolo nell’invio, e quindi anche nell’arrivo, dei migranti in Italia, specie di quelli provenienti dalla Libia. In verità, manca – ha avvertito Orlando – la prova della “pistola fumante”, ma ci sono “indizi” condivisi dal procuratore nazionale dell’antiterrorismo Franco Roberti.
Il ministro della Giustizia ha inoltre annunciato che sono detenuti in Italia 350 islamici “radicalizzati”, pari al 5 per cento dei musulmani trattenuti nelle nostre carceri. Dove vi sono state anche manifestazioni di giubilo dopo gli attentati terroristici in Francia.
Il segretario della Lega, che di questa realtà era arciconvinto già prima che parlasse il Guardasigilli, non si lascerà certamente scappare l’occasione per commentarla a suo modo. D’altronde, già prima di conoscere l’intervista del ministro, Salvini partecipando ad una festa leghista ad Arcore, non si è ben capito se prima o dopo avere incontrato Berlusconi in partenza per la Sardegna, era tornato alla carica contro la solita, per lui, presidente della Camera Laura Boldrini. Alla quale aveva dato della “tarata mentale”, se davvero convinta, come le era stato attribuito, che gli immigrati siano una fortuna per un Paese come il nostro, essendo destinati a sostituire i bambini italiani che non nascono.
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Sempre in partenza per la sua villa preferita in Sardegna, dove i medici gli hanno permesso di proseguire la convalescenza dopo l’intervento al cuore, Berlusconi ha ricevuto ad Arcore, separatamente da Salvini, anche Stefano Parisi. Che gli ha riferito a caldo, con la sua nota diligenza, la ricognizione di Forza Italia appena effettuata nella sede di Roma ricevendo uno per uno i coordinatori regionali del partito.
L’impressione ricavatane dall’ex presidente del Consiglio sarebbe stata positiva, per cui l’”incaricato”- si capirà poi esattamente di che cosa, non avendolo tutti ancora ben compreso fuori e dentro il partito- è stato incoraggiato a proseguire sul suo percorso. In particolare, nella preparazione della “conferenza programmatica” di un’area “liberal-popolare” annunciata per il 16 e 17 settembre a Milano.
Il capogruppo forzista alla Camera Renato Brunetta, ma anche l’ex ministro Altero Matteoli, il governatore ligure Giovanni Toti e gli altri dissidenti o preoccupati della missione di Parisi, se ne faranno una ragione. Brunetta intanto, dopo qualche giorno di generosa tregua, è tornato ad essere preso per i fondelli sulla prima pagina del Foglio nell’urticante rubrica Andrea’s Version di Andrea, appunto, Marcenaro. Che lo ha preso in giro, questa volta, per lo scrupoloso conteggio che, da buon economista, Brunetta ha fatto dell’aumento delle parole che subirebbe la Costituzione se sciaguratamente, per lui, gli italiani dovessero approvarne la riforma targata Matteo Renzi e Maria Elena Boschi nel referendum di data ancora incerta.
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Il buon Marco Travaglio è stato forse messo una volta tanto in crisi, nelle sue note e abituali certezze, dal cattivissimo Sergio Rizzo. Che sul Corriere della Sera ha accusato l’assessora all’ambiente della giunta pentastellata di Roma di non saper fare di conto. Cosa, questa, che sarebbe necessaria anche per affrontare il problema della monnezza capitolina.
L’assessora Paola Muraro, le cui competenze Travaglio sul Fatto Quotidiano ha difeso dai dubbi, dalle critiche e dagli attacchi che le giungono dalle opposizioni ma in modo crescente anche dai simpatizzanti e militanti del movimento grillino, fra cui pare ci sia ormai lo stesso Beppe Grillo, deve avere una strana idea dei giorni di cui è composto un anno.
Incuriosito pure lui da quei soli 79 euro giornalieri che la Muraro ha spiegato di avere ricevuto per 12 anni come consulente dall’azienda capitolina dei rifiuti, oggi finita sotto la sua vigilanza amministrativa, Rizzo ha diviso il milione e 136 mila euro riscossi dalla signora per i 4.383 giorni trascorsi nei 12 anni del suo rapporto di lavoro, tra il 2004 e il 2016, compresi –ha precisato- gli anni bisestili. Ed ha rilevato che la Muraro ha in realtà guadagnato non meno di 259,19 euro al dì. Se uno però volesse togliere almeno una settimana di ferie all’anno e i giorni festivi, la paga giornaliera salirebbe a 386,39 euro.
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Insaziabile ormai nell’inseguimento delle polemiche, debbo registrare la rinuncia, per ora, del buon Alessandro Sallusti, sul Giornale, alla replica al meno buono Vittorio Feltri, che su Libero lo ha accusato di fare le pulci al suo presunto renzismo “per difendere lo stipendio (legittimamente)”, a tal punto però da “ farsi zerbino di chi glielo paga”.
In verità, Feltri senior a questa cattiveria ne ha aggiunta un’altra, riguardante la sfera ancora più personale di Sallusti, che preferisco non riportare per fargli un piacere professionale, non importa se meritato o meno.