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Cosa penso da magistrato dello stipendio del magistrato Raineri con Virginia Raggi

teatro di roma

Carla Romana (un nome un destino?) Raineri, piacentina, si deve rendere conto che, entrando in Campidoglio come capo di gabinetto della sindaca grillina Virginia Raggi, è uscita dai corridoi protetti degli uffici giudiziari di Milano per entrare in un contesto politico. Qui ognuno è esposto alla critica più serrata degli avversari del partito politico di cui la giunta è l’espressione. Il ruolo della dottoressa Raineri non è quello di presidiare la legalità, ma quello di svolgere la funzione amministrativa connessa all’attuazione delle decisioni (politiche) del governo cittadino, ponendosi come snodo necessitato tra l’autorità politica e le strutture.

Certo, come ogni capo di gabinetto dovrebbe garantire al suo dante causa, in questo caso Virginia Raggi, la legittimità d’ogni atto amministrativo. E sono certo che lo farà. Tuttavia, occorre ricordare alla dottoressa Raineri che quello che ha iniziato a svolgere non è il servizio di leva. È un’attività liberamente scelta, che la colloca e la collocherà politicamente, rendendole complesso il ritorno in magistratura, quando sarà.

Non c’è dubbio che i cittadini romani (e quelli milanesi utenti del servizio “giustizia” cui era addetta) e la pubblica opinione la considereranno espressione del partito delle 5 stelle e, come tale, fiduciaria della formazione politica. La sua retribuzione è anomala e dà adito a una critica severa nei confronti della beneficiaria stessa e della sindaca. Certo la funzione affidata alla dottoressa Raineri è fiduciaria e personale (e questo potrebbe dare adito a azzardate illazioni sui rapporti preesistenti). Ma ciò non può giustificare l’attribuzione di un compenso elevato quale quello annunciato.

D’altro lato, l’inizio dell’amministrazione grillina è punteggiato da errori e contraddizioni. La più grave riguarda il rapporto con la democrazia: la cauzione di 150 mila euro imposta a consiglieri e assessori comunali (anche alla Raineri?) e la costituzione di un soviet di consiglio e controllo sono prove di un’assoluta mancanza di cultura istituzionale. La pagheranno. Come pagheranno le bugie di cui si nutre la loro propaganda. Basta aspettare: il destino e la politica presentano sempre i loro conti.

(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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