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Cosa succederà a Renzi in caso di vittoria del No al referendum

La sconfitta del Fronte popolare nelle elezioni politiche del 1948 non si limitò ad instradare il Paese lungo un percorso di ricostruzione economica e sociale e di sicurezza istituzionale (in un quadro di alleanze democratiche), ma salvò anche – e soprattutto – la sinistra da se stessa. Sono convinto, mutatis mutandis, che la sconfitta nel referendum istituzionale salverà Matteo Renzi dagli effetti nefasti della retorica del sistema elettorale maggioritario come premessa e garanzia di stabilità politica: una suggestione che – deviata dai suoi obiettivi originari in conseguenza di processi politici inattesi ed imprevisti – rischia di consegnare il potere al M5S. Essendo la (contro)riforma Boschi del tutto allineata, a livello dell’ordinamento costituzionale, con la logica sottesa all’Italicum, è necessario che essa cada perché anche la chimera del maggioritario faccia la medesima ingloriosa fine. Se tutto ciò si determinerà, a novembre, prenderanno consistenza e spessore i tentativi di innovazione politica in atto nei due principali schieramenti: l’iniziativa di Stefano Parisi nel centro-destra con una netta presa di distanza dalle suggestioni lepeniste, antieuro e tutto quel che di peggio “passa il convento”. Nel Pd, invece, si andrà risolutamente verso una scissione sulla sinistra. Il che significa che, quando si andrà a votare con una nuova legge (nel 2018?), si produrranno le condizioni per una reale svolta: un accordo tra la nuova Forza Italia e il Pd.

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Nell’immediato dopoguerra l’industria tessile chiese aiuto ai grandi stilisti, i quali lanciarono la moda delle gonne larghe e lunghe fino a metà del polpaccio. In quei tempi, se ad una signora, sedendosi ed accavallando le gambe in un mare di stoffa, capitava di scoprire un ginocchio, essa si precipitava a ricoprirlo per sottrarlo agli sguardi allupati dei maschi presenti.

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Non vi siete accorti che anche nella vicenda dei burkini ci ha messo la coda il diavolo della moda? Che – come è noto – veste Prada.

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Chi sono gli sciacalli? Certamente quelli che cercano di forzare le serrature della case abbandonate dopo il terremoto. Ma ci sono anche coloro che – sui quotidiani e in tv – sparano giudizi sugli edifici crollati e sulle inadempienze delle autorità (e dei loro proprietari, no?), impostando il solito processo mediatico, prima ancora che la magistratura abbia detto beo. Come li possiamo definire?



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