Si fa sempre più travagliato l’avvio del fondo Atlante 2 che dovrebbe alleviare il peso delle sofferenze bancarie agli istituti di credito, a partire da Mps.
INDISCREZIONI CONFERMATE
Le indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi da Formiche.net sulle perplessità di molte Casse previdenziali di professionisti (a partire da Inarcassa) a partecipare al varo del fondo Atlante 2 auspicato a livello istituzionale e governativo sono state confermate oggi da un comunicato di Inarcassa, la Cassa previdenziale degli ingegneri e degli architetti presieduta da Giuseppe Santoro.
LA NOTA
“Il Consiglio di Amministrazione di Inarcassa, riunitosi nella mattina del 29 luglio, ha deliberato all’unanimità la non partecipazione al nuovo fondo di investimento denominato ‘Atlante 2’ – si legge in un comunicato – Dopo aver confrontato l’asset allocation e le procedure interne relative alle politiche finanziarie, Atlante 2 è stato valutato non adeguato ai criteri di prudenzialità e non in linea con i parametri d’investimento applicati dall’Ente”. “Il Consiglio si conclude la nota – ha ribadito l’impegno di Inarcassa ad investire nell’economia reale a condizione che rischi e rendimenti siano in linea con le aspettative di crescita di un patrimonio che deve garantire il futuro previdenziale degli architetti e ingegneri liberi professionisti”.
LO SCENARIO
La posizione di Inarcassa segue le critiche giunte anche da altre Casse previdenziali, come raccontato da Formiche.net. Così tornano in forse i contorni del Fondo, anche se c’è stato un via libera di massima di Adepp, l’associazione delle Casse. Unicredit (per bocca del nuovo ad Jean-Pierre Mustier come da intervista al Corriere della Sera) ha detto in sostanza no grazie, abbiamo già dato, sul Fondo Atlante, che ha salvato gli aumenti di capitale della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, sui quali era esposto proprio Unicredit. E infatti, come Intesa Sanpaolo, dovrebbe immettere i restanti 300 milioni garantiti al momento del varo di Atlante 1. Chi di sicuro, oltre a Generali e con tutta probabilità Unipol, ci sarà è la Cassa depositi e prestiti, controllata all’80 per cento dal ministero dell’Economia.
L’ANALISI DEL SOLE SULLE CASSE
Scrive oggi il Sole 24 Ore: “La delibera dell’assemblea dell’Adepp, l’associazione che riunisce gli enti di previdenza dei professionisti, che annuncia la disponibilità a mettere in Atlante circa 500 milioni, è stata motivata con la necessità di agire, come fattore di stabilità, in una situazione che, se non affrontata, potrebbe innescare un incendio devastante nel sistema finanziario ed economico, con effetti rilevanti per famiglie e imprese. Bene il senso di responsabilità nella consapevolezza di rappresentare, le Casse, pregiate cassaforti di liquidità e di patrimonio”. Naturalmente – aggiunge il quotidiano di Confindustria – la disponibilità delle Casse potrebbe (dovrebbe?) essere ripagata dal Governo: molte sono le questioni pendenti: dal riconoscimento della natura privata delle Casse, con il corollario di fuoriuscire dai confini delle pubbliche amministrazioni e dai vincoli finanziari della spending review alla possibilità inserita nel Ddl sul lavoro autonomo di poter gestire, da parte degli enti, un sistema di welfare per i professionisti, oltre alla previdenza di primo pilastro, ricorda Maria Carla de Cesari del Sole: “Va poi citata la questione della tassazione su investimenti (al 27 per cento, con un credito d’imposta molto parziale) che fa il bis al momento del pagamento delle prestazioni. Per rimettere mano al Fisco previdenziale occorre però, oltre alla volontà politica, anche una buona dose di risorse. Già l’eventuale fuoriuscita delle Casse dal consolidato nazionale dovrebbe portare a rivedere le voci del bilancio nazionale e le compatibilità delle grandezze alla luce dei vincoli europei”. Insomma, conclude il Sole 24 Ore: “Le Casse giocano con Atlante la partita politica dell’autonomia, oltre che quella di attore rilevante nell’economia e nella finanza nazionale”.