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Tutti gli effetti nefasti della guerra ai voucher

Lavoro cassimatis, GIULIANO CAZZOLA

È cominciato l’attacco ai voucher. La Commissione Lavoro della Camera nell’esprimere parere favorevole allo schema di decreto correttivo del Jobs Act lo ha vincolato al recepimento di una serie di condizioni riguardanti proprio questa materia e che riportiamo di seguito:

“a) siano riformulate le disposizioni dell’articolo 48 di tale decreto al fine di prevedere che le prestazioni di lavoro accessorio non debbano dare luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a 6.000 euro nel corso di un anno civile, nonché di applicare anche ai committenti imprenditori agricoli e ai committenti non imprenditori o professionisti l’ulteriore limite relativo alla prestazione di attività lavorative a favore di ciascun singolo committente per compensi non superiori a 2mila euro annui;

b) siano riformulate le disposizioni del successivo articolo 49, al fine di chiarire che nella comunicazione volta a tracciare le prestazioni di lavoro accessorio siano indicati anche il momento di inizio delle prestazioni e la loro collocazione temporale nelle singole giornate, nonché di estendere la disciplina ivi prevista per i committenti imprenditori o professionisti anche ai committenti imprenditori agricoli;

c) siano individuate ulteriori misure volte ad assicurare l’effettiva occasionalità delle prestazioni di lavoro accessorio, specialmente nei casi in cui esse siano rese in favore di committenti imprenditori, verificando in particolare la possibilità di escludere il ricorso a tali prestazioni per attività che comportano lavorazioni pericolose o che richiedano particolare formazione professionale, identificate anche sulla base della misura dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nonché di prevedere che i lavoratori che svolgono prestazioni di carattere accessorio non possano eccedere una specifica percentuale dei lavoratori complessivamente impiegati dal committente;

d) siano riviste le disposizioni di cui all’articolo 48, comma 6, del decreto legislativo n. 81 del 2015 al fine di chiarire espressamente che è vietato il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nel settore delle costruzioni;

e) si preveda che, nell’ambito delle direttive emanate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, siano fissate specifiche linee di indirizzo per l’attività di vigilanza relative all’utilizzo dei buoni orari di cui all’articolo 49 del decreto legislativo n. 81 del 2015, anche attraverso l’impiego di tutti gli elementi informativi nella disponibilità delle amministrazioni pubbliche.”

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Eppure è la stessa zelante Commissione ad ammettere che “dai dati statistici raccolti, solo il 2,2 per cento dei lavoratori percepisce compensi superiori a 3mila euro annui”. Questa dovrebbe essere la prova inconfutabile che si tratta davvero di “lavoro accessorio”. Prima della liberalizzazione dei voucher era svolto magari “in nero”; e tornerà ad esserlo se si rimetteranno eccessivi vincoli al loro utilizzo.

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Quando, nelle notti d’estate, trascorro un po’ di tempo sul terrazzane del quarto piano insieme con le mie gattine mi capita di osservare il cielo stellato (quello estivo, quando è sereno, è di colore indaco). E mi torna in mente una celebre frase di Immanuel Kant (credo che sia proprio il suo epitaffio): “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”. Poi, “illuminato di immenso” mi accingo a tracciare dei segmenti immaginari nel firmamento delle stelle, unendo tra di loro quei puntini luminosi. Ma per quanti tentativi faccia non mi riesce mai di intravvedere la figura di un’Orsa (sia essa Maggiore o Minore).

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