“Tutti gli elementi citati sono noti e saranno risolti”. Ancora una volta il JPO (Joint Programe Office) del programma F-35, replica così alle valutazioni periodiche del Director of Operational Test and Evaluation (DOT&E) del Pentagono, Gilmore, che hanno fatto notizia soprattutto perché arrivate a pochi giorni dalla dichiarazione della capacità operativa iniziale (IOC) dell’F-35A, la versione convenzionale del caccia, da parte dell’Air Force americana e che segue di circa un anno (luglio 2015) la IOC della versione a decollo corto e atterraggio verticale.
Secondo il rapporto annuale, inviato tra gli altri, al segretario dell’USAF, Deborah Lee James e a Frank Kendall, a capo delle acquisizioni del Pentagono, dal responsabile del Dipartimento della Difesa per i test operativi, il caccia presenta ancora carenze su 15 elementi del software 3F, con il quale è stata appena condotta una campagna di prove in volo, avente ad oggetto sgancio e separazione di diversi missili e munizioni.
“Le carenze significative rilevate durante i testi effettuati nel 2015 richiedono precise modifiche. In tutte e tre le versioni dell’F-35 – continua Gilmore -, sono necessari accorgimenti, pena un funzionamento non accurato” del velivolo. “La piena capacità operativa del Joint Strike Fighter – si legge – è a rischio”, mentre secondo le recenti dichiarazioni fatte dal generale Bogdan, a capo del JPO, essa “sarà raggiunta nel giro dei prossimi due anni”, ovvero in tempo per la produzione su vasta scala del caccia della Lockheed Martin, attesa attorno al 2019.
In particolare, il DOT&E teme, facendo il proprio mestiere, che l’F-35 non riesca a completare i test di volo nei tempi e secondo i costi stimati. “I test continuano a fare progressi, ma non al ritmo sperato – si rileva – e le funzionalità più complesse relative al software hanno aggiunto problematiche”. “Il JPO – sottolinea Bogdan – ha lavorato e sta lavorando a tutte le raccomandazioni (contenute nel rapporto, ndr). Sebbene vicino al completamento, l’F-35 è ancora in sviluppo e le sfide tecniche sono da mettere in conto. Il programma ha già dimostrato di saper far fronte alle problematiche tecnologiche che si presentano e siamo fiduciosi di continuare a farlo”.
A testimonianza dei progressi fatti, si cita l’impiego dell’F-35 in svariate occasioni e realistiche esercitazioni, incluso l’invio di un F-35A dell’USAF sulla base di Mountain Home e la valutazione della prontezza operativa di IOC fatta a Nellis; lo schieramento di un F-35B in occasione della Red Flag; la campagna di test sul rumore eseguita in Olanda, l’arrivo in UK e l’esercitazione di combattimento fatta dal Marine Corp a Yuma. “I risultati di tutto questo – spiega il generale Bogdan – sono stati positivi e il caccia sta dimostrando di essere un sistema d’arma formidabile, in grado di fornire non solo migliori prestazioni rispetto ai caccia legacy, ma anche di rendere i velivoli di generazione precedente più capaci in combattimento, grazie alla sensor fusion e alle capacità di attacco e autodifesa elettroniche”.
Del tutto concorde col JPO, anche l’aeronautica Usa, che ha attentamente studiato l’ultimo rapporto del DOT&E. “E’ importante sottolineare che il velivolo è ancora in una fase di sviluppo, dove è del tutto normale scoprire e risolvere problematiche di tipo tecnico”. “In ogni caso – dichiara l’USAF – dalla nostra prospettiva di utilizzatori, abbiamo notato progressi in occasione del processo di certificazione della IOC”.
Intanto, il primo F-35A della Japan Air Self Defense Force (JASDF) ha effettuato ieri il suo primo volo a Fort Worth, sede della prima linea di produzione del JSF. Il velivolo, designato AX-1, è decollato alle 11.12 e atterrato alle 12.46 ora locale. Il volo è stato pilotato dal test pilot per l’F-35 di Lockheed Martin, Paul Hattendorf. Il Giappone conta di acquisire 42 F-35A in regime di Foreign Military Sales. I primi 4 sono in Texas per l’assemblaggio e la consegna è prevista entro fine anno. I rimanenti 38 saranno assemblati alla FACO di Mitsubishi Heavy Industries a Nagoya, dove sono già in assemblaggio alcuni velivoli. La preparazione alla manutenzione per il primo team di addetti giapponesi è già iniziata a Eglin in Florida, e l’addestramento dei primi piloti F-35 della JASDF inizierà sulla base di Luke in Arizona – dove il primo pilota militare italiano ha conseguito la qualifica di Instructor Pilot (IP) – a novembre 2016.