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La riforma della Costituzione in pillole

Si tratta di una legge di revisione costituzionale (cioè una legge che modifica la Costituzione) che il Parlamento ha varato nel rispetto rigoroso dell’art. 138 della Costituzione stessa. Questa modifica della Costituzione punta a rafforzare e semplificare il governo del Paese e interviene solo sulla Parte Seconda della Costituzione (quella che si occupa dell’ordinamento della Repubblica, cioè dell’organizzazione dei poteri pubblici); invece la Parte Prima (che segue i Principi fondamentali e contiene il catalogo dei diritti e dei doveri delle persone) non è toccata (salvo una modifica conseguenziale all’art. 48).

In particolare la legge di revisione:

– riforma il Parlamento: abolite le due Camere come doppioni;
– trasforma il Senato in un’assemblea di rappresentanza di Comuni e Regioni, molto più piccola (95 vs. 315 membri elettivi = meno 220 rispetto ad oggi);
– stabilisce che al Governo basterà – ora, come dappertutto – la fiducia della sola Camera dei deputati;
– sana l’incongruenza democratica di una seconda Camera con i poteri della prima ma alla cui elezione non partecipano i cittadini fra 18 e 25 anni meno un giorno;
– rafforza il Governo in Parlamento;
– rafforza la partecipazione attraverso iniziativa popolare e referendum;
– cancella ogni riferimento alle Province;
– abolisce il CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro);
– ridisegna i rapporti fra Stato e Regioni secondo la formula: più potere legislativo allo Stato, più influenza di Regioni e Comuni sullo Stato grazie al nuovo Senato;
– lungi dal trascurarle, rafforza in più punti le c.d. garanzie (incluso il controllo di costituzionalità preventivo sulle nuove leggi elettorali).

Primo di una serie di approfondimenti. Qui si può leggere il testo completo.


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