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Che cosa ha detto davvero Mark Zuckerberg agli studenti Luiss

Il futuro di Facebook? Un software personalizzato sempre più impegnato nel sociale. Parola dell’ideatore di Facebook  Mark Zuckerberg che ieri, lunedì 29 agosto, dopo una corsa tra i fori imperiali, una visita da Papa Francesco e un incontro con il premier Matteo Renzi, ha parlato del social network più famoso al mondo alla Luiss, in un incontro con studenti e startupper.

FORUM (CONTROLLATO)

In una strapiena Aula Chiesa della Luiss, Mark Zuckerberg ha parlato del futuro (e del passato) di Facebook in un Townhall Q&A (cioè in un incontro informale a domanda e risposta) con “interrogazioni già decise e repliche preparate”, assicurano alcuni ragazzi che hanno partecipato al convegno organizzato personalmente dall’azienda di Palo Alto. Tutti gli interventi in aula “erano già stati pianificati in anticipo” e le risposte di Zuckerberg, dal sapore esistenzialista, sembravano confermare questa tesi.

LE DOMANDE

Come fai a concentrarti sempre? Qual è il segreto del successo di Facebook? Come sei riuscito a rimanere con i piedi per terra? Facebook non sta rovinando le relazioni delle persone invece che migliorarle? Il fondatore del social network ha risposto combinando episodi di vita familiare, lavorativa, fanciullesca, a qualche epico ricordo di storia greco-latina.

LE RISPOSTE

“Mi concentro sempre perché penso a quello che mi dicevano i miei due genitori medici: rispetto a noi hai a disposizione più istruzione, più soldi, più cultura. Sfrutta tutto questo per salvare più vite di quanto riusciamo a fare noi oggi. Penso sempre che maggiore istruzione voglia dire più doveri verso la popolazione”. E ricordando il suo viaggio di nozze a Roma, “città che amo profondamente”, il fondatore di Facebook ha discettato sul latino “unica lingua straniera che sono riuscito ad imparare perché non devo parlarla”. “Ragazzi chi tra voi conosce l’Eneide?” Silenzio. “Enea è stato per me il primo vero imprenditore che ha fondato qualcosa di duraturo”, ha citato una frase in latino, ha ricordato le imprese del protagonista virgiliano e infine ha lanciato il suo motto: “Missione, team, perseveranza, ecco i tre elementi del mito di Enea che sono alla base del successo di Facebook”. Dopo l’epica, Zuckerberg ha virato sulla fisica: “Una autobiografia che mi piace molto è quella di Albert Einstein. Lui credeva fosse necessario fare molti errori, ma nessuno li ricorda, si parla solo dei suoi successi perché sono costruiti su quegli sbagli. Eppure la sua scoperta sui buchi neri è nata da un errore”. E infine ha puntualizzato: “Facebook non sarà mai un editore di notizie, ma il contenuto che le raccoglie”. “no il mio prodotto non distrugge le relazioni: se pensassi che lo facesse cambierei strada” perché Facebook “non sostituisce la comunicazione ma unisce chi prima era separato dalla distanza”, e così ha chiosato: “Non scrivo a mia moglie su Facebook se sto in cucina e lei in soggiorno, se lo facessi sbaglierei”.

IMPEGNATO SOCIAL-MENTE

Il filo che ha unito tutte le risposte di Zukerberg sul futuro del social network è stato la filantropia. “Potenzieremo il Safety Check – il meccanismo che Facebook fa scattare nel momento in cui il luogo di residenza di un utente è colpito da attentati, calamità naturali o altri eventi pericolosi – predisponendo l’auto attivazione del servizio”. Zuckerberg, insomma, vuole rendere Facebook sempre più socialmente utile e non solo uno “sharing for people“. “Penso a quanto possa servire quando scompaiono i bambini, quando ci sono urgenze per la donazione del sangue come successo per il terremoto che ha colpito l’Italia qualche giorno fa. O ancora per diffondere l’istruzione nel mondo”, riferendosi al drone Aquila che porterà internet in zone rurali dove è assente e che punta a raggiungere 25 milioni di persone.

“L’istruzione è tutto. La ricetta del successo risiede proprio lì. Informarsi sulle ultime news, imparare nuove cose, possibilmente dai migliori. Nella mia azienda le persone devono aggiornarsi in continuazione, con lezioni specifiche e non solo. Solo così possono venire nuove idee”.


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