Con la scomparsa del presidente Carlo Azeglio Ciampi da più parti è stato ricordato che fu lui a ripristinare la “rivista militare”, la sfilata ai Fori Imperiali in occasione della Festa della Repubblica. Ciò avvenne domenica 4 giugno 2000, quando ancora la celebrazione avveniva nella prima domenica di quel mese perché il 2 giugno sarebbe stato di nuovo giorno festivo solo nel 2001. All’epoca presidente del Consiglio era Giuliano Amato, ministro della Difesa era Sergio Mattarella e il governo di centrosinistra era retto da una maggioranza che comprendeva anche i Comunisti italiani e i Verdi, in posizione nettamente antimilitarista come Rifondazione comunista che era all’opposizione.
La mattina del 4 giugno, infatti, Verdi e Rifondazione non furono presenti ai Fori Imperiali mentre di fronte a 100 mila persone sfilavano quasi 6.200 militari e circa 200 civili. Ma ci un fu un inatteso fuori programma. Nel materiale distribuito alla stampa la mattina stessa erano compresi 66 velivoli (tra caccia, aerei da trasporto ed elicotteri) oltre alle Frecce tricolori che furono però le uniche a sorvolare i Fori. Degli altri 66 mezzi nessuna traccia. Gli ufficiali dell’Aeronautica presenti non sapevano che cosa fosse successo, tranne che si trattava di una decisione presa la sera prima al Quirinale.
Solo Il Tempo il giorno successivo spiegò l’accaduto. Di fronte all’evidenza dei fatti e dopo qualche reticenza, dalla Presidenza della Repubblica raccontarono che Ciampi aveva ritenuto eccessiva quella presenza: aveva voluto lui il ritorno della parata, consentire agli italiani di rendere omaggio alle Forze armate, rianimare l’amor di Patria, ma 66 velivoli erano troppi. Il timore, neanche troppo nascosto, forse era quello di dare involontariamente ragione a chi aveva parlato indebitamente di “esibizione di forza”. Nessun problema con l’Aeronautica, tanto che si tenne a sottolineare che la seconda visita fatta da Ciampi dopo l’elezione fu nel 1999 a Istrana per salutare i piloti reduci dalla guerra in Kosovo.
Fatto sta che all’Aeronautica restarono sorpresi e dispiaciuti. Così, nella ricostruzione del retroscena, il cronista del Tempo si permise di rivolgere un invito: “Però ora, Presidente, a cerimonia superata, faccia una telefonata, mandi un segnale a quegli equipaggi: farebbe loro un grande regalo”. Il giorno della pubblicazione dell’articolo al ministero della Difesa ammettevano che l’argomento era oggetto di riflessione e caso volle che subito dal Quirinale una telefonata raggiunse l’allora capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Andrea Fornasiero. Così il 28 giugno successivo fu organizzata una visita ad hoc del Presidente alla base di Gioia del Colle dove si parlò di tutto, dai Balcani all’esodo di piloti che affliggeva all’epoca l’Arma azzurra. E la sintonia mai in fondo perduta fu suggellata dalla nomina a “osservatore d’aeroplano honoris causa” con la quale Fornasiero omaggiò Ciampi.