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Cosa si dice in Comunione e Liberazione sul referendum del 4 dicembre

Comunione e Liberazione si prepara ad andare al referendum del 4 dicembre in ordine sparso. Perché il movimento non si occupa ufficialmente di politica, pur avendo da sempre dei suoi esponenti impegnati nella gestione della cosa pubblica: ma stavolta il disimpegno è venuto direttamente da Julian Carron, il leader di Cl dopo la morte di don Luigi Giussani, il fondatore. Un atteggiamento ben echeggiato – a parole – da Giorgio Vittadini, già presidente della Compagnia delle Opere (il braccio economico di Cl) e adesso a capo della Fondazione per la Sussidiarietà prima del referendum aveva detto che avrebbe aspettato il Meeting per farsi un’idea e decidere, poi a quanto pare sembrerebbe orientato per il Si. In Cl c’è chi dice che Vittadini sia comunque critico verso la riforma targata Maria Elena Boschi temendo infatti che essa possa essere troppo accentratrice, dunque a scapito della sussidiarietà.

In effetti, al Meeting d’agosto in quel di Rimini, i costituzionalisti saliti sul palco erano in maggioranza per il Sì. Ma la voce critica che si è fatta sentire, in confronto diretto proprio con la Boschi, è stata quella dell’ex presidente della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola. Che già aveva detto di essere per il No, ma poi anche per la defezione della Boschi che non è salita sul palco a difendere la sua “creatura” contro l’ex presidente della Consulta perché impegnata a seguire, il 24 agosto scorso, gli sviluppi del drammatico terremoto del Centro Italia. In compenso, il Fatto Quotidiano ha potuto pubblicare un video nel quale molti giovani ciellini si dicono a favore del No.

In ogni caso, le alte sfere preferiscono evitare di dire la loro sul tema. Una linea aderente a quella di Carron, espressa già da Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, che prima della kermesse riminese aveva detto a Repubblica: Il Meeting sarà uno strumento per capire le riforme in attesa del referendum di novembre. Noi non abbiamo preclusioni né per il No né per il Sì. L’importante è comprendere il percorso. Poi ognuno potrà farsi da sé la sua idea”.

Veniamo ora agli schieramenti, più o meno sussurrati.

CHI DICE SI’

Oltre a Vittadini (a quanto pare), non mancano Maurizio Lupi, che peraltro  in aula aveva annunciato il Sì convinto di Ap a favore della legge costituzionale di riforma che adesso viene sottoposta a referendum; e la costituzionalista Lorenza Violini  divenuta famosa per la difesa di Eluana Englaro e in particolare l’interruzione dell’alimentazone alla giovane donna ormai in stato vegetativo da quasi 20 anni. Ha aderito all’appello dei 184 costituzionalisti per il Sì.

CHI DICE NO

Sul fronte del No spicca un costituzionalista ciellino: si tratta del professor Luca Antonini, classe 1963. Insegna Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Padova ed è il padre del federalismo fiscale targato Bossi-Tremonti. Tra le sue caratteristiche c’è anche la forte esperienza sviluppata in tema di sussidiarietà e la collaborazione con il Governo ed il Parlamento in tema di federalismo. Molto attivo sui social in chiave anti Renzi. Altro nome in vista nel fronte del No per il No è quello di Mario Mauro, ex ministro della Difesa nel governo di Enrico Letta e già vicepresidente vicario del Parlamento europeo. Attualmente in questa legislatura appartiene al Gruppo GAL (Grandi autonomie e libertà) e sta seguendo i tentativi di riorganizzazione del centrodestra.

CHI NON SI ESPRIME

È chiaro che c’è anche chi, per vari motivi, non può esprimere il suo Sì o il suo No e mantiene un atteggiamento riservato. Ecco allora il moderatore del Meeting 2016, il costituzionalista Andrea Simoncini  che ha coordinato i dibattiti sulla riforma. Simoncini è indicato come vicino al “Giglio Magico”, ossia all’entourage renziano: conosce bene infatti Marco Carrai, buon amico del premier e indicato come tramite tra Matteo Renzi e Cl (anche se il presidente del Consiglio ha una sua appartenenza particolare al movimento di don Giussani), ed è amico anche dell’attuale primo cittadino di Firenze Dario Nardella, la cui moglie è vicina a Cl. Ma tra i costituzionalisti di rango, Comunione e Liberazione annovera un’altra alta esponente del pensiero giuridico: è Marta Cartabia, varesina nominata nel 2011 da Giorgio Napolitano alla Consulta. Cartabia è attualmente vicepresidente della Corte Costituzionale e il 21 agosto scorso ha introdotto il dibattito “Così le nostre vite sono cambiate – La giustizia oltre la pena”, a cui hanno partcipato il criminologo (Università di Milano-Bicocca) Adolfo Ceretti, Maria Grazia Grena (ex Br), la figlia di Aldo Moro, Agnese.

Insomma, le anime del movimento sono variegate e distribuite in ambo gli schieramenti. Situazione che vale anche per il Vaticano e la Cei, come sottolineato ieri da Formiche.net.

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