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Come e perché in Svezia si teme la Russia di Putin

Arpino

Che tra Russia e Svezia non sia mai corso buon sangue ce lo racconta la Storia. Nei primi anni del ‘700 la rapida ascesa della Russia costituì una sgradevole sorpresa per i Paesi del Nord, sino ad allora dominati dalla potenza svedese o, comunque, sotto l’influenza diretta della corona di Svezia. Dopo la dura sconfitta subita nella battaglia di Poltava (1721) ad opera di Pietro il Grande, con il trattato di Nystad la Russia mise saldamente entrambi i piedi nel Baltico, sostituendo la Svezia nel ruolo di potenza dominante nel nord del continente. A questa “finestra sull’Europa”, eterna fonte di guai (ricordiamo Danzica) la Russia non ha mai voluto rinunciare. Tanto meno la Russia d Putin, che a tutt’oggi non tollera di vedere Stati baltici e dintorni nell’orbita occidentale.

Interessante, a questo punto, il discorso introdotto su Formiche.net venerdì scorso da Emanuele Rossi, dove si cita come la Svezia, oggi più che mai nell’occhio del ciclone di quella disinformatia russa che da qualche tempo imperversa nell’area, abbia aperto in tutto il Paese una campagna di contro-disinformazione dai toni sempre più accesi. Ne sono stato testimone la settimana scorsa, quando, invitato a Linchoping assieme ad altri colleghi già al vertice di aeronautiche europee e della Nato per presenziare al 90° anniversario dell’Aeronautica svedese, il ministro della Difesa Peter Hultqvist – alla presenza del Sovrano – ha dato puntuale lettura del proprio indirizzo di saluto. Confesso che mai, abituato da anni agli interventi così “politicamente corretti” dei nostri governanti, avevo udito un discorso così diretto, schietto, senza veli da parte di un ministro. Mancava solo la dichiarazione di guerra alla Russia. I colleghi svedesi ci hanno molto carinamente fornito il testo scritto, del quale, in libera traduzione, riporto solo alcune frasi della parte iniziale.

“La sicurezza europea è severamente messa a repentaglio dall’annessione illegale della Crimea e dall’aggressione nell’est dell’Ucraina. Con il crescente coinvolgimento in Siria, è evidente una sempre maggiore volontà politica di usare la violenza per conseguire i propri obiettivi. Oggi, si accresce il significato della Regione baltica per la sicurezza europea.” (……) “ La tensione è in continuo aumento e la situazione strategico-militare nell’area si va deteriorando, rendendo la Regione meno sicura. Da parte russa, continuiamo ad osservare esercitazioni militari su larga scala e attività provocatorie molto vicine ai nostri confini, mentre continuiamo a udire da parte delle autorità russe una retorica irresponsabile. Parlano ormai della regione Baltica come loro cortile di casa e propria sfera di interesse”. (…..) “ Con ampio supporto del Parlamento, il governo svedese ha quindi deciso di incrementare sostanzialmente il bilancio della difesa per la prima volta dopo alcune decine di anni. Questo è un chiaro segno di come noi interpretiamo il deterioramento della situazione nell’area di nostro interesse strategico-militare”. (…..) “La priorità chiave è incrementare la capacità di combattimento delle nostre forze armate, come pure sviluppare un nuovo concetto di Difesa Totale, che includa la difesa civile e quella contro la guerra psicologica”. (…..) “E’ necessario focalizzare l’attenzione sulla Regione, ridare enfasi alla difesa nazionale e pianificare per scenari di guerra”.

Il discorso del ministro continua ancora a lungo, ma preferisco fermarmi qui. E’ bene dar modo al lettore di concentrarsi e fare, in autonomia, le proprie considerazioni. Ma una cosa è certa: da oggi, non è più il caso di guardare alla Svezia come ad una nazione che, pur avendo una capacità tecnologica e di produzione di armamenti piuttosto avanzata, si limita a mandare in giro per il mondo ambasciatori di pace, medici, infermieri ed ospedali da campo.

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