L’industria arranca e la ricchezza nazionale ne soffre. Le cifre fanno storcere la bocca. Ma circolano anche idee che possono far ritrovare il sorriso.
IL CALO DEL MANIFATTURIERO
Nell’ultimo trimestre per la manifattura “in senso stretto” si è registrato un calo dello 0,8 per cento nel valore aggiunto, mentre “a livello macro” la diminuzione è stata dell’1,2 per cento. Sono numeri che tengono fermo il pil, nonostante una lieve crescita dell’export.
NAPOLETANO E IL FUTURO DEL PAESE
A fine agosto il direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, con un efficace editoriale che ricordava gli affidamenti del ministro Pier Carlo Padoan, ha invitato a costruire il futuro del Paese “con un mix di misure strutturali (detassazione del salario di produttività e riduzione del cuneo fiscale, riforma della pubblica amministrazione) e di misure mirate (superammortamento, leva fiscale per l’innovazione,con l’industria 4.0, e per l’edilizia) che contribuiscano a rilanciare gli investimenti e le opportunità di lavoro”.
GIANNINO E CASA-ITALIA
Oscar Giannino sulle colonne de “Il Messaggero”, a inizio settembre, ha fatto presente che entro il 20 ottobre dovrà essere presentata in Parlamento la manovra finanziaria per il 2017. “Al Mef – ha consigliato Giannino – devono trovare il modo di confezionare entro qualche settimana uno schema progettuale senza precedenti nella storia italiana, su cui avviare per 10-15 anni il progetto Casa-Italia di messa in sicurezza del rischio sismico e idrogeologico del nostro Paese. Uno schema che incardini procedure di legalità, catene di comando in equivoche,eccellenze professionali e realizzative private, e dotato di capacità di valutazione degli impatti dei progetti secondo metodologie standard dei mercati. Tale da mobilitare negli anni non solo i 6-7 punti di pil complessivi di risorse pubbliche necessarie,ma da coinvolgerne in maniera credibile molte private”.
CALENDA E L’INDUSTRIA 4.0
Infine, il ministro Carlo Calenda che è andato a Cernobbio a presentare il piano Industria 4.0 al Forum Ambrosetti,concluso lo scorso 4 settembre. Secondo il titolare del dicastero dello Sviluppo economico i pilastri del piano, che costituirà la parte integrante della Legge di Bilancio, sono: gli incentivi fiscali alla ricerca,innovazione e agli investimenti; la ricostruzione del Fondo centrale di garanzia; il lavoro sul salario di produttività; la selezione delle università d’eccellenza.
LA POLITICA INDUSTRIALE SECONDO ONIDA E VIESTI
È evidente come occorra costantemente riflettere sulle politiche da realizzare per difendere e rafforzare il ruolo del Paese come grande produttore manifatturiero, dato che l’Italia rimane il secondo Paese industriale d’Europa. Fabrizio Onida e Gianfranco Viesti in “Una nuova politica industriale in Italia. Investimenti, innovazione,trasferimento tecnologico”, una ricerca Astrid edita da Passigli, ribadiscono come il dibattito sulle politiche industriali,in ambito nazionale, sia stato in genere debole. “A confronto con gli altri partner europei –osservano i due – alla politica industriale italiana sembrano mancare una visione del futuro dell’industria,che orienti le decisioni delle imprese e un centro decisionale dotato di potere d’intervento e di capacità tecnica di alto livello”.
Ecco perché occorrono politiche e progetti per definire una vera politica industriale per l’Italia che sia all’altezza dei tempi. È fondamentale riflettere su come ritrovare il sorriso e anche la ricchezza di un tempo.