Le segreterie unitarie dei metalmeccanici si riuniranno il prossimo 13 settembre nel palazzo che è dagli anni Settanta la sede nazionale di Fim, Fiom, Uilm, ubicato al civico 36 di corso Trieste a Roma. Lo hanno deciso ieri i leader delle suddette organizzazioni sindacali, Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella. All’ordine del giorno della riunione in programma rimane sempre la vertenza contrattuale, tuttora irrisolta, dopo che il Ccnl di categoria è scaduto lo scorso 31 dicembre.
La vertenza dei metalmeccanici
L’ultima volta che si sono incontrate le segreterie nazionali delle tre sigle sindacali è stato prima delle ferie estive, lo scorso 27 luglio. Nella seconda metà luglio del 2015 Fim e Uilm avevano presentato insieme la piattaforma contrattuale che avrebbero inviato a Federmeccanica-Assistal solo nel successivo mese di settembre. La Fiom si prese in quell’occasione un po’ più di tempo e scelse di presentare la propria posizione rivendicativa dopo che le sigle omologhe l’avevano già inoltrata. Resta il fatto che da allora ad oggi si è determinata una vera e propria unità d’azione tra i sindacati metalmeccanici, al di là delle distinte piattaforme, ma è rimasta immutata la contrapposizione con gli industriali di settore, basata essenzialmente sulla questione salariale. Oggi viene resa nota la notizia della nuova riunione sindacale, per sbloccare l’impasse con Federmeccanica-Assistal e riavviare il tavolo negoziale. E’ importante ricordate che dopo più otto mesi di trattative i sindacati hanno attuato ben venti ore di sciopero in tutti i luoghi di lavoro del settore metalmeccanico in ambito nazionale.
La complessità secondo Bentivogli
Marco Bentivogli, in un recente articolo pubblicato su “First online”, ha sintetizzato tutto il disagio avvertito nel corso della vertenza in questione: “Prima della presentazione della piattaforma –ha scritto il leader della Fim- a luglio del 2015, eravamo consapevoli che sarebbe stato un rinnovo complesso, per il contesto di deflazione, di crisi industriale, di assenza di regole del sistema contrattuale, di tessuto produttivo a prevalenza di piccole imprese, e questi mesi di round negoziali hanno confermato tutte le difficoltà. Federmeccanica è passata da un’offerta iniziale di 2,67 euro di aumento in tre anni, alla volontà di scontare il differenziale tra gli aumenti acquisiti con il Contratto 2012 stipulato da Fim-Cisl e Uilm-Uil rispetto all’inflazione consuntivata, fino alla proposta del salario di garanzia presentata il 22 dicembre scorso. Una proposta, rimasta pressoché immutata in questi lunghi otto mesi, tutt’altro che innovativa, che ripropone ricette di improbabile efficacia e sostenibilità”.
Questione nazionale per Landini
“I lavoratori vanno in ferie senza il contratto nazionale – aveva osservato, nello scorso mese di luglio, il capo della Fiom Maurizio Landini- a settembre dovremo decidere cosa mettere in campo perché non può rimanere questo un problema dei solo metalmeccanici, è una questione nazionale che riguarda la qualità del sistema industriale del paese e anche il sistema di relazioni. Non fare il contratto nazionale, infatti, non è semplicemente conseguenza della crisi: vogliono cambiare le regole del gioco, di fatto superare l’esistenza del Ccnl e introdurre rapporti di lavoro regolati azienda per azienda, con diversità di condizioni tra i lavoratori che fanno lo stesso lavoro. A luglio abbiamo scelto di non concentrare la mobilitazione in un’unica giornata, ma di invitare tutti i territori e i luoghi di lavoro a uscire dalle fabbriche: ogni giorno ci sono città o lavoratori che si mobilitano parlano all’esterno, vogliono creare una consapevolezza e una cultura. Gli scioperi stanno registrando una riuscita molto importante. Tra le iniziative c’è anche il blocco degli straordinari. Ci sono anche segnali di imprese che cominciano a lamentarsi e dire che non è giusto. Noi rispondiamo: dite alla vostra associazione, Federmeccanica, che riapra la trattativa e faccia il contratto, è l’unico modo per risolvere i problemi”.
Palombella e la ripresa
E l’obiettivo rimane creare le condizioni per il rinnovo contrattuale della più importante categoria dell’industria, perlomeno per numero di lavoratori che superano il milione e seicentomila unità. “Rinnovare il contratto dei metalmeccanici ed incentivare gli investimenti –ha più volte ribadito Rocco Palombella, il leader della Uilm- significa dare un concreto aiuto alla ripresa di cui necessita il Paese. Federmeccanica e Assistal, hanno finora prediletto una riforma contrattuale in categoria basata sull’eliminazione di fatto del primo livello contrattuale. Noi preferiamo uno schema di rinnovo contrattuale che mantenga i due livelli del Ccnl, che stabilisca un salario minimo per tutti i lavoratori, che definisca la possibilità di poter rinnovare i contratti di secondo livello. Crediamo al doppio livello di contrattazione, nazionale e decentrato (aziendale, territoriale). Il primo livello dedicato all’incremento del potere d’acquisto delle retribuzioni. Il secondo livello diffuso e concentrato sulla redistribuzione della produttività. In quest’ottica il contratto nazionale assume ancor di più valore perché ha il compito di aumentare il valore reale delle retribuzioni facendo riferimento a parametri generali. Il secondo livello di contrattazione, invece, potrebbe espandersi rispetto ai livelli attuali, facendo leva sugli sgravi relativi al reddito di produttività e a tutte quelle voci aggiuntive relative al welfare aziendale non cumulabili al reddito imponibile”.
Il testo del comunicato sindacale
Quindi, il 13 settembre nel prossimo vertice sindacale delle “tute blu” verranno sottolineate le posizioni finora conosciute.“Rimane confermato –scrivono le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm in una nota diffusa questa mattina- lo sciopero dello straordinario e delle flessibilità per tutto il mese di settembre. Per questo, si invitano le Rsu e le strutture territoriali al massimo impegno per la riuscita di tali iniziative. E’ necessario che Federmeccanica modifichi le proprie posizioni, permettendo così di sbloccare l’attuale situazione di stallo e far ripartire un vero negoziato per giungere a un buon contratto nazionale per tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici. Qualora nei prossimi giorni non dovessero determinarsi tali condizioni, le segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm valuteranno e decideranno tutte le iniziative di mobilitazione necessarie”.
I rapporti tra governo, sindacati ed imprese
Il tono perentorio del breve comunicato sindacale riflette di fatto lo stato della contrapposizione tra le parti che ha caratterizzato finora il negoziato contrattuale. Eppure, con la stagione autunnale alle porte, pare registrarsi un clima nuovo in ambito confederale e nei rapporti col governo. Ieri, sul tema del “post-terremoto”, battezzato da Palazzo Chigi come la questione di “Casa Italia”, la Sala Verde dell’edificio governativo ha riaperto le porte alle associazioni, tra cui i sindacati, che rappresentano “i corpi intermedi” spesso bistrattati da parti dell’esecutivo nell’ultimo biennio. Ma c’è di più. E’ evidente che, in questa fase caratterizzata da circa dodici milioni di lavoratori che attendono i rinnovi contrattuali nel settore pubblico ed in quello privato, il governo avverta sempre più la necessità di ascoltare ufficialmente il punto di vista di sindacati ed imprese. Un atteggiamento sostenuto ancor più dall’avvicinarsi della scadenza relativa al varo della prossima legge di Bilancio. E non è un mistero che al ministero del Lavoro sono aperti due tavoli su ammortizzatori sociali e crisi aziendali a cui partecipano, insieme al ministro Giuliano Poletti e al sottosegretario Tommaso Nannicini, i segretari di Cgil, Cisl, Uil.Come è risaputo che il governo stia dialogando sui fondi europei in riunioni che coinvolgono la Confindustria, e gli stessi sindacati.
Insomma, un clima diverso da quello percepito prima delle ferie d’agosto che potrebbe avere delle ricadute positive anche nel dialogo tra i sindacati metalmeccanici e Federmeccanica-Assistal. Dalla seconda metà di settembre se ne saprà di più.