Predisporre incentivi per chi guida una piccola e media impresa e intende assumere un manager. È la richiesta che arriva da Federmanager in vista della prossima legge di stabilità e in occasione degli ultimi dati elaborati dalla federazione presieduta da Stefano Cuzzilla.
LE ATTESE DI FEDERMANAGER
“In vista della prossima Legge di Stabilità sarebbe opportuno – dice Cuzzilla – che il governo consideri la possibilità di inserire incentivi mirati e premianti per chi guida una piccola impresa e, per crescere, intende assumere un manager. La nostra Federazione ha già individuato 4 profili manageriali che sono utili a porsi in maniera vincente sul mercato”. Cuzzilla, presidente di Federmanager (Federazione dei manager dell’industria), illustra la proposta commentando i dati sulle risoluzioni di rapporti di lavoro dirigenziali nel 2015 che hanno evidenziato una sostanziale continuità con i dati dei 5 anni precedenti, confermando la mancata ripresa reale nel mondo delle imprese italiane.
I DATI ANALIZZATI DA FEDERMANAGER
Ogni anno in Italia si verificano circa 7.000 risoluzioni di rapporti di lavoro dirigenziali, il 60% delle quali prese a carico da Federmanager. I numeri della Federazione dei manager dell’industria, elaborati su base Inps, dicono che nel 2015 il numero delle risoluzioni gestite e analizzate è stato pari a 4.411 casi, (87% uomini e 13% donne). Sono dati che confermano, nel quinquennio 2011-2015, una perdita complessiva del 10% della forza manageriale in Italia, non adeguatamente compensata dalle nuove assunzioni, che riguardano principalmente le aziende di media-grande dimensione. Per un Paese caratterizzato in prevalenza da PMI, spiega Federmanager, sul totale di imprese industriali solo il 5.6% ricorre a una figura manageriale. “Anche quest’anno dobbiamo riconoscere che non c’è una ripresa reale”, ha avvertito il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, individuando tra le cause di tale stagnazione “la mancanza di una cultura di impresa capace di mettere in connessione l’investimento in figure manageriali e la competitività del proprio business. Tagliare queste professionalità significa disperdere competenze non solo qualitative ma anche valoriali, pregiudicando seriamente le possibilità delle nostre PMI di concorrere su un mercato in continua evoluzione”.
I MANAGER COLPITI DALLA CRISI
Entrando nello specifico, i dati sulle risoluzioni dei rapporti di lavoro a livello dirigenziale vedono un 67% di risoluzioni consensuali, il 2% di dimissioni volontarie e un 31% di provvedimenti di licenziamento. L’85% dei licenziamenti, spiega Federmanager, è giustificato dal motivo oggettivo, cioè di carattere organizzativo, un dato in aumento del’8% rispetto al 2014. Tale andamento è spiegato da Cuzzilla in termini di rischio: “Il manager è il primo a pagare sulla sua pelle l’apertura di uno stato di crisi o di un piano di ristrutturazione. Nel 64% dei casi il licenziamento avviene per soppressione della posizione. Se l’azienda avvia un ridimensionamento, incomincia dai profili più costosi, senza considerare che le figure apicali sono anche quelle strategiche, quelle necessarie a essere competitivi sul mercato”. Il 73% delle risoluzioni riguarda l’area geografica Nord Ovest (Lombardia, Val d’Aosta, Piemonte, Liguria). Le aree aziendali maggiormente interessate sono l’area tecnica/produzione (23%) e l’area commerciale/marketing (17%). I settori maggiormente colpiti sono informatica/elettronica/tlc (31%) e meccanico/siderurgico (24%).
UNA POSSIBILE SOLUZIONE
Gli unici segnali positivi registrati dall’osservatorio di Federmanager riguardano gli over55, coinvolti maggiormente in attività di collaborazione a tempo e di tipo consulenziale. Tali attività mostrano una richiesta da parte del mercato del lavoro di maggiore flessibilità e maggiore esperienza da parte di tali figure, per questo Federmanager, assieme a Confindustria e Confapi, ha aperto un dialogo sull’individuazione di soluzioni per favorire l’inserimento di figure manageriali all’interno delle piccole e medie imprese, ed è proprio in funzione di questo tentativo che Cuzzilla ha esortato il governo a predisporre incentivi per chi guida una PMI e intende assumere un manager. In quest’ottica, Federmanager ha brevettato un disciplinare di certificazione di 4 competenze manageriali specifiche: il temporary manager, il manager di rete, l’export manager e l’innovation manager. “Si tratta di figure che – spiega in conclusione Cuzzilla – presentano le caratteristiche e i requisiti di cui oggi l’impresa non può fare a meno”.