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Cosa succede davvero nelle scuole con la Buona Scuola

Dopo il Vaffà a Nettuno è nata una nuova Dottrina Grillo: “Non lungo che passi, non grosso che turi, ma duro che duri”.

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Inizia l’anno scolastico nel caos. La Buona Scuola si rivela cattiva. A Bologna, “terra di sogni e di chimere” mai un inizio di anno è stato così in salita (soprattutto in montagna e nel caso degli insegnanti di sostegno). Così scrive sulla pagina cittadina di Repubblica Ilaria Venturi. La giornalista interroga alcuni dirigenti scolastici che descrivono, con preoccupazione, la situazione che sono chiamati a gestire. “Sono stati assunti – afferma il preside Carlo Braga con riferimento soprattutto agli insegnanti di diritto, economia e matematica – ma appena firmato il contratto possono andarsene, bloccando i posti di ruolo qui per quasi tre anni. Così – aggiunge- saremo nella stessa situazione. E alla fine ne va della qualità del servizio. Ho chiesto – conclude sconsolato – a questi docenti di presentarsi almeno lunedì (oggi, ndr), ma già stanno arrivando i certificati”.

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Roberto Fiorini, altro dirigente scolastico, conferma che circa il 35% dei nominati in ruolo in alcune classi di concorso, come economia e diritto, attende di andarsene. “È stato un errore – ecco la spiegazione di una persona competente – assicurare le precedenti tutele: si è tenuto il nuovo sistema, voluto per garantire di più gli studenti, con il vecchio più centrato sui diritti dei lavoratori”. In sostanza, la scuola continua ad essere un’istituzione a disposizione degli interessi di chi ci lavora e non dei giovani cittadini titolari del diritto allo studio.

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Sono trascorsi quindici anni dall’attentato alle Twin Towers che, come hanno detto e scritto in tanti, ha cambiato la storia del mondo. Il 7 ottobre saranno, di nuovo, quindici anni da quando è iniziata la guerra in Afghanistan. E siamo ben lontani dal vederne la fine. E soprattutto la vittoria dei “nostri”.

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Oriana Fallaci, per il suo libro “La rabbia e l’orgoglio”, fu denunciata due volte in Francia ma il tribunale respinse sempre il ricorso. Rischiò di essere processata per la prima volta da un tribunale italiano per “vilipendio della religione musulmana”, in base alla denuncia sporta da Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia.

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Grande Vincenzo De Luca. Il presidente della Campania sa come trattare dei ragazzotti arroganti (che lui definisce “tre mezze pippe”), i quali pretendono di insegnarci a stare al mondo.

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