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M5S, la Lega e i tatuaggi

Lavoro cassimatis, GIULIANO CAZZOLA

Dimmi con chi vai e ti dirò che sei. E’ un vecchio adagio della saggezza popolare. E naturalmente quando si sta in compagnia di qualcuno si finisce per usare anche lo stesso linguaggio. Prendiamo per esempio l’aggettivo “duro”. Ce lo aveva la Lega… Adesso tengono “duro” i pentastellati. Beati loro!

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Invece di una “patrimoniale” perché non mettere un’imposta sui tatuaggi, ragguagliata a centri metri di corpo ricoperti? L’Erario incasserebbe certamente di più. La soluzione tecnica potrebbe essere la seguente: farsi tatuare in fondo al disegno una marca da bollo, da esibire alle eventuali richieste della Guardia di Finanza.

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Con questa soluzione si darebbe del lavoro anche ai ricamatori di tatuaggi che dovrebbero applicare, in effige, la marca da bollo sui lavori già eseguiti.

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Naturalmente fino ad ora abbiamo scherzato. Non vorremmo incorrere nelle ire di un qualche Comitato dei tatuati che ci copra di insulti, come è accaduto di recente in altri casi.

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Durante la Seconda guerra mondiale gli Alleati cercarono di prendere alle spalle l’avamposto nemico di Cassino, con uno sbarco sulla spiaggia di Nettuno che risultò un fallimento. Chissà se la storia, almeno per una volta, potesse ripetersi.

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Gli americani si lamentano dei due principali candidati alle elezioni presidenziali. Dicono che non ne hanno mai avuto di peggiori. Che coda dovremmo dire, allora, noi della Vecchia Europa?

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