E’ l’iPhone più avanzato di sempre: così Apple ha definito i nuovi iPhone 7 e iPhone 7 Plus presentati al pubblico in un maxi evento a San Francisco: più veloce, più potente, “migliore”. Fotocamera più sofisticata e ad altissima risoluzione, display più nitido, sistema audio stereo, resistenza all’acqua e alla polvere, il chip Atom più potente mai installato in uno smartphone che garantisce potenza e una durata extra della batteria: sono queste le caratteristiche salienti del nuovo modello della Mela. Come atteso, è scomparso il jack per le cuffie, rese completamente wireless. I prezzi partono da 649 dollari per il 7 e 769 dollari per il 7 Plus (che ha doppia fotocamera). Apple ha presentato anche il suo Watch Series 2, anche questo resistente all’acqua: sarà in vendita in 25 Paesi dal 16 settembre.
LA SORPRESA: ARRIVANO I GIOCHI SUL WATCH
I rumors su come sarebbe state il nuovo iPhone si erano rincorsi per settimane e almeno parte delle feature presentate erano attese. Quello che forse nessuno si aspettava era l’annuncio che un nuovo gioco della saga Super Mario arriverà su iPhone e iPad a dicembre e che si potrà giocare a Pokemon Go sul nuovo Apple Watch, notizie che hanno fatto balzare di oltre il 20% le azioni di Nintendo.
“Prevedo che le vendite di Watch miglioreranno nettamente”, afferma l’analista Patrick Moorhead. “La maggior parte di chi possiede il Watch oggi è un early adopter; la prossima ondata di utilizzatori potrebbe essere 10 volte più grande”.
Apple ha lanciato anche una nuova version del device Apple Watch Nike+, in collaborazione con Nike, che include il Gps. Le azioni di Fitbit, il leader dei bracciali smart per il fitness, sono scese del 2%.
MOMENTO CRUCIALE PER APPLE
L’evento Apple arriva in un momento, come si suol dire, topico. Solo un paio di settimane fa, la casa fondata da Steve Jobs sembrava destinata a un inesorabile arretramento, dopo un solido dominio, perché i suoi iPhone non vendono più come una volta, il mercato cinese (che l’anno scorso ha garantito alla Mela profitti record) si è indebolito e il Watch perde rapidamente terreno. La rivale numero uno, Samsung, ha cavalcato il momento no di Apple rimettendo in sesto il suo business mobile e annunciando lo scorso trimestre un report finanziario finalmente all’altezza delle aspettive dei suoi investitori.
La situazione sembra adesso ribaltata. Samsung ha dovuto procedere alcuni giorni fa al ritiro dei suoi nuovi Galaxy Note 7 su 10 mercati, tra cui Sud Corea e Stati Uniti, per un problema non da poco: sono stati accertati decine di casi in cui la batteria si surriscalda e prende fuoco durante la fase di ricarica. Uno studio di Market Strategies (“iPhone 7 Market Landscaper”) sostiene che quasi la metà di coloro che possiedono un Samsung Galaxy Note stanno pensando di passare all’iPhone 7.
Per Apple l’incidente di Samsung è un’ottima notizia sia perché intacca la credibilità e la spinta alla crescita della sua rivale, che ha dovuto ritirare 2,5 milioni di Galaxy Note 7 a tempo “indeterminato”, sia perché ha permesso che passasse relativamente inosservato un incidente capitato a sua volta ad Apple: la scoperta di un malware zero-day che ha costretto l’azienda a un rapido aggiornamento del suo sistema operativo (non a caso, nel video promozionale dell’evento per iPhone 7, la prima domanda che viene fatta al Ceo Tim Cook è sul rafforzamento della sicurezza). L’attesa per il nuovo iPhone è lievitata: se Apple azzecca le caratteristiche proposte sul nuovo modello potrà recuperare importanti quote su Samsung.
QUANTO PESA IL PASSO FALSO DI SAMSUNG
Secondo gli analisti, Samsung e il suo numero uno della visione Mobile, DJ Koh, hanno peccato di fretta. L’aggressiva strategia che ha portato la sud-coreana ad anticipare i tempi di rilascio dei suoi modelli a fine agosto per battere Apple sul tempo ha finito col renderla meno accurata nei controlli di qualità; anche la pressione sui fornitori non ha giovato. Il ritiro dei nuovi Galaxy Note, dicono gli analisti, peserà sui ricavi del terzo trimestre e sulla reputazione di Samsung per qualche mese.
Apple potrebbe trarre vantaggio anche dal recente abbandono di Google del suo progetto Ara, smartphone modulare (con componenti intercambiabili) che aveva fatto parlare di sé. J.P. Morgan si aspetta un incremento di vendite per gli iPhone, anche se non tutti condividono questa visione: Apple deve dimostrare ancora molto prima di convincere chi compra i prodotti Samsung a cambiare vendor, afferma Daniel Newman, principal analyst di Futurum Research, secondo cui la chiave per scavalcare la concorrenza sarà per entrambe nel software prima che nell’hardware.
SFIDA APERTA MENTRE CRESCONO I VENDOR CINESI
L’iPhone 7 mostra importanti miglioramenti, ma niente di rivoluzionario, secondo gli esperti. Il Galaxy Note 7 invece, a detta di Ramon Llamas di Idc, offre maggiori novità come le funzionalità per prendere appunti e la scannerizzazione dell’iride per potenziare la sicurezza (che Apple dovrebbe introdurre l’anno prossimo). Samsung ha anche il Galaxy S7 edge per gli utenti di fascia alta.
La sfida è quindi ancora più che aperta. All’iPhone 7 spetta il compito di impressionare, esaltare, convincere, altrimenti l’incidente di Samsung non significherà molto o ad essere favoriti saranno altri vendor, in particolare le cinesi Huawei, Oppo e Xiaomi. Il mercato mobile è diventato molto più competitivo e Apple, dopo il successo dell’iPhone 6 nel 2014, che ha introdotto grandi innovazioni nel design e attratto molti utenti di Android, non è riuscita a proporre novità altrettanto rivoluzionarie (anche se tiene le grandi novità per l’anno prossimo, quando festeggerà i dieci anni dell’iPhone).
La Mela vende sempre milioni di pezzi (più di 225 milioni nel 2015, oltre 230 milioni sono attesi quest’anno, secondo Gartner), ma le vendite anno su anno sono in calo, così come la quota della Mela sul complessivo mercato smartphone (11,7% secondo Idc, mentre Samsung ha il 23% e Huawei l’8,5%). “Non mi sorprenderebbe vedere Apple superata da Huawei come secondo maggior produttore mondiale di smartphone nei prossimi due anni”, sostiene Francisco Jeronimo di Idc. “Apple non sta investendo quanto Samsung a livello di punto vendita per contrastare l’ascesa di Huawei”.
LA CARTA VINCENTE DI APPLE SONO LE APP?
Importante per Apple è però non solo vendere device ma anche spingere i suoi utenti a spendere di più sui servizi e tutto il suo ecosistema. Il punto di forza della scorsa trimestrale è stato rappresentato proprio dal segmento dei servizi, quello che include iCloud, Apple Music, Apple Pay, AppleCare: i ricavi sono arrivati a quota 5,9 miliardi (+19% annuo). I ricavi dell’App Store, ha indicato il direttore finanziario di Apple, l’italiano Luca Maestri, sono stati “i più alti di sempre”; l’App Store, ha ribadito Tim Cook, ha segnato un +37% di fatturato e diventerà presto, da solo, grande “come un’azienda della Fortune 100”.
Ancora nel lancio di ieri sera a San Francisco, le prime parole di Cook sono state per Apple Music e i suoi 17 milioni di abbonati) e per i traguardi dell’App Store: 140 miliardi di app scaricate e fatturato doppio, nello scorso trimestre, rispetto “al più vicino concorrente”.
Sul ruolo delle applicazioni si giocherà anche il successo del Watch Series 2. La divisione “altri prodotti” (che per Apple comprende anche Apple TV, i prodotti Beats, l’iPod e accessori di parti terze) ha visto scendere il fatturato del 16% lo scorso trimestre a 2,2 miliardi di dollari. Idc ha di recente confermato che le vendite di Apple Watch stanno crollando (-56,7% dal secondo trimestre 2015 al secondo 2016) mentre crescono le vendite dei dispositivi indossabili di livello più “basic” (Fitbit, Xiaomi, Garmin, ma anche Samsung, Lenovo).
Tuttavia, il prodotto di Apple non è solo un bracciale per misurare le prestazioni sportive: è uno smartwatch sofisticato che si collega a tutto l’ecosistema di applicazioni della Mela e la versione presentata ieri sera sembra aver convinto – sicuramente più dell’eliminazione del mini-jack dall’iPhone che ha scatenato vivaci proteste tra gli utenti Apple, compreso qualcuno che sui social annuncia la defezione verso Android. Ma alla Mela molto si può perdonare e gli analisti assicurano: “Chi ama Apple ci si abituerà”.