Il mattone boccheggia e non è una novità. Sarebbe ora di intervenire seriamente con misure in grado di dare una seconda vita a un settore fino a qualche tempo fa tra i più vitali dell’economia. E l’occasione, neanche a dirlo, è la manovra 2017. Più o meno questo il pensiero espresso questa mattina da Confedilizia, la confederazione dei proprietari di casa, tornata alla carica per chiedere azioni profonde, dopo aver incassato dal governo l’ok al bonus antisismico. Il punto di partenza è questo. Dal governo Monti in poi le tasse sugli immobili, in pratica dalla vecchia Ici all’odierna Tasi, sono aumentate del 150%, generando un gettito 2016 per l’erario di 50,8 miliardi di euro. Per il presidente Giorgio Spaziani Testa è ora di alleggerire il fardello, tagliando l’1% delle imposte per poi fare, eventualmente, di meglio con le manovre future.
MENO TASSE SUI LOCALI COMMERCIALI
A Confedilizia hanno le idee chiare su cosa proporre al governo, che proprio oggi trasmetterà alle Camere la Legge di bilancio 2017. Sette proposte che insieme valgono più o meno 700 milioni di euro, ovvero il costo per lo Stato per sostenere la detassazione degli immobili proposta da Confedilizia. Il primo passo è mettere mano agli immobili commerciali, che negli anni hanno reso sempre meno ai proprietari. E questo perché sette imposte si mangiano fino all’80% del canone di locazione, lasciando in tasca ai proprietari delle mura gli spiccioli. Tradotto, affittare non conviene più e se si decide di farlo so si fa a nero. Di qui la proposta di istituire anche per questo tipo di locazioni, la cedolare secca, l’agevolazione fiscale sotto forma di imposta fissa, facoltativa per le locazioni tradizionali. Una misura che secondo la confederazione dei proprietari, dovrebbe incentivare la riapertura dei locali, rimettendo in moto il mercato affitti.
IRPEF PIU’ LEGGERO SUI REDDITI DA LOCAZIONE
Altra proposta targata Confedilizia, la possibilità di ripristinare l’originaria deducibilità Irpef per chi percepisce redditi da locazione? Che vuol dire? Fino a qualche anno fa la deducibilità era fissata al 25%. In pratica, chi dichiarava un reddito da affitto, poteva sottrarne tale quota, abbassando così la base imponibile. Con la Legge Fornero, numero 92/2012 la parte deducibile è scesa al 5%, in pratica azzerata. Per Confedilizia urge “ripristinare al 15%” benchè essa stessa risulti “insufficiente”.
LE ALTRE PROPOSTE
Il ventaglio di proposte non si esaurisce qui. Tra le altre misure, l’equiparazione del trattamento fiscale dei canoni di locazione abitativi e non abitativi non percepiti, la previsione di un limite del 4 per mille alla somma delle aliquote Imu-Tasi per i contratti di locazione a canone calmierato (tipo quelli “concordati” e per studenti universitari) e la proroga per un quadriennio della cedolare secca al 10 per cento per i contratti di locazione a canone calmierato. Infine la soppressione dell’Irpef sugli immobili non locati.
L’ALLARME DI SPAZIANI
Il numero uno della confederazione non ha usato giri di parole per descrivere la gravità della situazione. “C’è un macigno fiscale che grava sulla proprietà. Al Parlamento e al governo, sino a fine anno impegnati nel varo della manovra per il 2017, chiediamo di impiegare, nell’ambito di una manovra da 27 miliardi, 700 milioni in un settore, quello immobiliare, vitale per la crescita e per lo sviluppo. Abbiamo parlato con il governo e stiamo iniziando a parlare con i gruppi parlamentari. Appena due giorni fa abbiamo parlato con il ministro Delrio”, ha detto il presidente di Confedilizia che confida, in particolare sul canone concordato, che alcuni interventi possano essere inseriti “gia’ nella prima stesura del disegno di legge o nelle stesure successive”.